FINANZIAMENTI PUBBLICI ALL’ISTRUZIONE SUPERIORE NELLA UE. L’ITALIA IN CODA CON LO 0,3% DEL PIL Stampa

L'analisi Eurostat sulla spesa governativa divisa per funzioni secondo la Classification of the Functions of Government (COFOG) evidenzia mediamente una spesa europea complessiva per l'istruzione pari al 4,9% del PIL (invariata rispetto al 5% del 2006), di cui l'1,5% destinato alla scuola dell'infanzia e alla primaria, l'1,9% alla scuola secondaria e lo 0,8% all'istruzione superiore. Nel complesso un bilancio praticamente rigido, in gran parte destinato alle spese fisse e obbligatorie, atteso che mediamente il 60% è destinato alla retribuzione dello staff e dei docenti, il 5% alle prestazioni sociali, il 5% ai trasferimenti alle istituzioni private e il 7% alle strutture edilizie.
I Paesi più virtuosi sono Islanda (7,7% del PIL), Danimarca (7,2%), Finlandia (6,4%) e Belgio (6,3%), che proprio nei maggiori finanziamenti alla formazione hanno visto un tunnel di uscita dalle difficoltà contingenti. All'opposto le percentuali più basse sono in Italia (4,1%), che precede solo Romania, Spagna, Bulgaria e Slovacchia (3% PIL) e totalizza la peggiore posizione riferita all'incidenza percentuale della spesa per l'istruzione sull'intero bilancio (7,9% rispetto a oltre il 15% in Lettonia, Lituania e Islanda). Se l'Italia risulta in linea con la media nell'istruzione primaria, è in coda per la spesa pubblica per l'istruzione superiore (0,3% del PIL), preceduta da Lussemburgo (0,4%), Regno Unito (0,5%) e Romania (0,6%) in un’ideale classifica capeggiata da Finlandia (1,9%), Danimarca (1,7%) e Islanda (1,6%). Non va meglio per i finanziamenti alla cultura dove l'Italia si pone al penultimo posto (0,7% del PIL rispetto all’1% media UE), precedendo solo la Grecia. (Fonte: L. Moscarelli, rivistauniversitas 14-06-16)