Le retribuzioni dei giovani laureati e dei ricercatori Stampa
In Italia un laureato tra i 25 e 34 anni arriva a stento all’80% della retribuzione media dei laureati (di tutte le età); la media Ocse è del 90%, valore intorno al quale si collocano Francia e Germania, mentre gli Stati Uniti sono al 93%, la Spagna al 95% e la Gran Bretagna al 96%. Insomma quel 20% in meno, per il solo fatto di essere in una fase ancora iniziale della carriera lavorativa, segnala che la progressione per anzianità ha comunque un forte peso rispetto alle valutazioni meritocratiche. Si può fare poi un confronto specifico su una categoria particolare di lavoratori qualificati, ossia i ricercatori (sia nel settore pubblico sia in quello privato). In questo caso i dati vengono dalla Commissione europea e sono espressi in euro a parità di potere d’acquisto: le cifre cioè sono corrette per tener conto del diverso costo della vita nei vari Paesi e rendere quindi il confronto più omogeneo. Bene, il ricercatore italiano con un’esperienza lavorativa compresa tra 0 e 4 anni guadagna circa 12.500 euro l’anno contro i 30.500 del collega francese e i circa 24.000 di quello tedesco (prescindiamo per semplicità dalle differenze che pure esistono tra uomini e donne). In Spagna si arriva comunque vicino ai 17.000: per trovare compensi più bassi bisogna guardare ai Paesi dell’Est. Distanze notevolissime, che però si accorciano con il progredire della carriera. I ricercatori con più di 15 anni di esperienza hanno in media in Italia una retribuzione annua intorno ai 49.000 euro, leggermente superiore a quella degli spagnoli e pari a circa due terzi di quella di francesi e tedeschi (rispettivamente 73.000 e 77.000 euro). Lo scarto c’è ancora ma è minore di quello accusato a inizio carriera: con Francia e Germania, come abbiamo visto, il rapporto era di uno a due, o a due e mezzo. (L. Cifoni, Il Messaggero 19-04-2010)