Un nuovo sistema di ranking accademico mondiale multidimensionale promosso dall’unione europea Stampa
La Commissione dell’Unione Europea ha incaricato nel 2008 il Centre for Research on Lifelong Learning (CRELL) di studiare più a fondo le metodiche alla base dei ranking di Shangai e del Thes-Qs per formulare un giudizio ponderato e suggerire eventuali correttivi. Al termine dell’indagine il CRELL si è espresso negativamente sui due ranking, ritenendo che il primo si limiti a concentrarsi sulle sole attività di ricerca, mentre il secondo, pur valutando anche la didattica, non brilla per coerenza nel trattamento dei dati e appare campanilisticamente sbilanciato a favore delle università inglesi. In entrambi i casi per oltre la metà delle università il punteggio muta considerevolmente riflettendo così la diversità dei presupposti metodologici individuati e degli indicatori prescelti. Il CRELL non demonizza però i ranking: il suo studio termina invece con la raccomandazione a elaborare per le università europee un sistema davvero adeguato ed efficace che consenta una reale comparazione tra istituti e incoraggi la mobilità degli studenti e lo sviluppo dello Spazio europeo della ricerca.
Come passo successivo, nel dicembre 2008 la Commissione ha lanciato un bando per la progettazione e la sperimentazione di un ranking mondiale, multidimensionale, trasparente e indipendente delle università. La presidenza francese della UE, per voce del suo ministro dell’Università e della Ricerca Valérie Pécresse, ha espresso la convinzione che tale iniziativa servirà a porre fine al monopolio virtuale dei ranking esistenti elevando al contempo il profilo delle università europee e promuovendo la mobilità degli studenti all’interno della UE. Da parte sua, Jan Figel, commissario europeo per l’Istruzione, la Formazione, la Cultura e la Gioventù, ha sottolineato la differenza tra i ranking monodimensionali attualmente imperanti e l’analisi multidimensionale intrapresa dalla UE, che, pur soffermandosi sulla ricerca, darà ampio spazio alla qualità dell’insegnamento, all’impatto degli atenei con il contesto esterno, all’innovazione e all’internazionalizzazione, rispettando in tal modo la “ricca diversità” delle università europee.
Ad aggiudicarsi la gara è stata la rete CHERPA (Consortium for Higher Education and Research Performance Assessment), formata dal Cheps (Centre for Higher Education Policy Studies dell’Università di Twente), dal Cwts (Centre for Science and Technology Studies dell’Università di Leiden), dall’Incentim (Università di Lovanio) e dall’Ost (Observatoire des Sciences et des Techniques, Parigi). Associate al progetto sono inoltre la Feani (European Federation of National Engineering Associations) e l’Efmd (European Foundation for Management Development). Per l’elaborazione del ranking la Commissione ha stanziato 1,1 milioni di euro: il 30% di tale importo è andato a finanziare la prima fase dello studio, di natura progettuale, che ha avuto luogo da maggio a dicembre 2009. Il rimanente 70% sarà invece impiegato per testare il sistema da gennaio 2010 a maggio 2011. Nella sperimentazione è coinvolto un campione rappresentativo formato dalle facoltà di ingegneria ed economia di 150 università: 6 individuate nei 6 maggiori Stati membri dell’Unione e un numero variante da 1 a 3 in rappresentanza degli altri 21 Stati cui vanno a sommarsi 25 atenei nordamericani, 25 asiatici e 3 australiani. Sono state prescelte – e verranno confrontate – solo istituzioni paragonabili in termini strutturali e di mission e sarà dato il debito risalto ai «contesti linguistici, culturali, economici e storici dei sistemi educativi presi in esame». Da più parti è stato sottolineato come il ranking UE consentirà un migliore posizionamento delle università europee nel panorama mondiale e più efficaci strategie di sviluppo, contribuendo al miglioramento della qualità e delle performance di tutto il settore dell’istruzione superiore. (R. Cornacchini, rivistauniversitas  114, dicembre 2009)