MIGLIAIA DI PERSONE A SERVIZIO DI AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE, COMUNI ED ENTI LOCALI IN ATTESA DEL COMPENSO ANCHE PER ANNI Stampa

Avvocati d’ufficio, docenti, revisori dei conti, custodi giudiziari, architetti, ingegneri, maestri di scuola: tutti in attesa di essere pagati dallo Stato. I numeri dei tempi d’attesa sono a tre zeri, e la crisi economica gonfia il contatore, tanto che nell’ultimo anno in molti hanno gettato la spugna: 180 giorni per i commercialisti; 217 per gli architetti; 90 per i docenti a contratto; da sei mesi a quattro anni per gli avvocati. Nel variegato bestiario dei creditori la menzione di merito va ai docenti a contratto nelle università italiane: un esercito di 26mila persone (dati 2013, ma i numeri sono in crescita), asse portante di un sistema che ne abusa da anni. Per aggirare i vincoli al turn over gli atenei di tutta Italia ricorrono sempre più spesso ai contratti precari: sei mesi o un anno, cioè la durata di un corso, esami compresi. Il costo si aggira tra i 50 euro lordi orari della Sapienza e i 25 di Pescara, il minimo legale per corsi che in media non superano le 75 ore l’anno (900 euro netti). “In molte università, soprattutto private – spiega Luisa Paternicò, docente a contratto di Cinese alla Unint di Roma – rappresentano l’80 per cento dei docenti. Purtroppo in quelle pubbliche i ritardi arrivano fino a un anno. A volte non pagano proprio o bandiscono contratti gratis”. Stesso discorso per la scuola, dove le supplenze vengono pagate con ritardi fino a sei mesi (500 milioni l’arretrato). (Fonte: C. Di Foggia, FQ 24-02-2015)