MEGADIPARTIMENTI E CROLLO DEGLI ORGANICI Stampa

Ha scritto sul Corriere G.A. Stella che all’università di Chieti, a causa prima delle spaccature interne e poi della necessità di trovare una scappatoia alla rigidità della legge voluta nel 2009/2010 da Mariastella Gelmini, decisa (con buone ragioni, anche) ad arginare l’eccesso di dipartimenti spesso mignon con la soppressione o l’accorpamento di quelli più piccoli, è nato il Disputer, Dipartimento di Scienze Psicologiche Umanistiche e del Territorio. Che tiene insieme gli psicologi che indagano nel sottosuolo delle menti umane e geologi che studiano il suolo e il sottosuolo della terra. Un capolavoro. Come se, per sopravvivere a una spending review, si fondessero insieme una carpenteria navale e un quartetto di violini. Quello del Disputer non è certo un caso isolato (e non c’è bisogno di andare fino a Chieti): anzi, è la norma, visto che, oggi come oggi, sono poche le sedi capaci di squadernare i grandi numeri richiesti dalla legge per la sostenibilità di un “megadipartimento”, nell’accezione gelminiana. E sarà sempre peggio. Il blocco del turnover, dei concorsi e l’abbassamento dell’età pensionabile hanno provocato un crollo verticale esattamente del 30% dei professori ordinari e del 17% degli associati. Si fa notare che il crollo «supera ampiamente la diminuzione del numero degli studenti.» Entro il 2018 le cose peggioreranno ancora; i professori ordinari in Italia caleranno del 50%: nel 2018 infatti saranno solo 9.443 a fronte dei 18.929 del 2008, anche a causa del pensionamento di 4.400 docenti. I professori associati, invece, caleranno del 27%: nel 2018 13.278, a causa di 2.552 cessazioni, a fronte dei 18.225 del 2008.

Un commento di fliegendehollaender all’articolo che sopra è sintetizzato: ‘Ma quella che Lei plasticamente descrive, ossia il calo drastico del numero di docenti a turn over, o fermo, o ridotto al lumicino (a seconda degli atenei), e contemporaneamente la richiesta di un numero esorbitante di docenti sia per costituire un dipartimento sia per accreditare un corso di studi, nonostante la lieve attenuazione dovuta alla Carrozza, è una morsa letale che sta stritolando molti atenei e che a mio avviso rivela ancora una volta quale è il problema di questo Paese: non saper decidere su che direzione intraprendere. Volete chiudere un po’ di atenei? E allora chiudeteli: cosa aspettate? (Fonte: ilsensodellamisura.com 01-03-2015)