CLASSIFICAZIONE DEGLI ATENEI ITALIANI. NEI MIGLIORI BENE LA RICERCA MA NON L’INTERNAZIONALIZZAZIONE Stampa

Le università italiane La Sapienza di Roma e l’Alma Mater di Bologna competono ad armi pari contro le sorelle straniere per quello che riguarda ricerca e didattica. Il dato positivo viene dai risultati delle classifiche stilate da due istituti importanti come l’agenzia internazionale Quacquarelli Simmons - QS e l’istituto di valutazione universitaria spagnolo Webometrics, che hanno presentato i loro risultati nel corso di una conferenza sul posizionamento delle università italiane nelle graduatorie internazionali che si è svolta il 17 gennaio presso la facoltà di Lettere e Filosofia della Sapienza. Analizzando parametri spesso diversi ma complementari, Webometrics e QS hanno tracciato un profilo di quelli che sono i punti di forza e le debolezze delle nostre università, in particolare La Sapienza, confrontate con quelle internazionali. Webometrics focalizza la propria attenzione sui diversi campi dell’attività accademica (insegnamento, ricerca, competenze, rapporti con la comunità e internazionalizzazione) privilegiando però l’analisi della presenza sul web delle università, i link, i domain, la presenza sulle pagine web, la qualità dei contenuti e delle pubblicazioni e le politiche di “open access”. Anche dal punto di vista di QS, che analizza le università partendo da quattro criteri fondamentali come la ricerca, l’insegnamento, l’occupabilità e l’internalizzazione, in Italia si fa dell’ottima ricerca ma il vero punto dolente è ancora una volta l’internalizzazione perché “le università italiane presentano eccellenze di tutto rispetto, riuscendo spesso a posizionarsi tra i primi 50 atenei quando si esce dal macro-dato e si va ad analizzare le singole aree di insegnamento”, come dice Dario Consoli di QS.
(Fonte: corriereuniv.it 17-01-2013)