ABILITAZIONE SCIENTIFICA. SULL’UTILIZZO DI VERSIONI EDITORIALI IN FORMATO DIGITALE (FILES PDF) Stampa

Le polemiche sulle abilitazioni scientifiche nazionali (ASN) rischiano di far passare in secondo piano un aspetto assolutamente centrale nella quotidiana attività di chi fa ricerca: l’utilizzo, sia ai fini della VQR sia per le candidature all’ASN, di versioni editoriali in formato digitale (files PDF) delle pubblicazioni da sottoporre a vaglio. Le forme di disponibilità e di accesso a quei files hanno portato involontariamente in primo piano il rapporto esistente tra autori delle pubblicazioni scientifiche e editori, gli uni e gli altri con le rispettive esigenze, prerogative, diritti. E hanno costretto a dare risposta a domande non certo nuove ma dormienti: a cominciare da quella elementare su chi sia in possesso di quei files, chi possa produrli, chi possa distribuirli, chi sia il titolare dei diritti d’autore su quei materiali, su quei prodotti dell’intelletto e della ricerca.
All’autore dell’articolo (Guido Abbatista) lo spunto è stato offerto dall’impiego di versioni digitali (PDF) di pubblicazioni scientifiche a scopo di valutazione e candidatura a concorsi (concorrenti e commissari); l’oggetto è dato essenzialmente da quella parte di pubblicazioni consistente in libri (dunque in ambiti prevalentemente socio-umanistici ampiamente intesi); l’imputazione riguarda il fatto di aver voluto regolamentare (ANVUR, ministero, editori convenzionali) le condizioni di accesso e uso di questi materiali a tal punto da renderne l’utilizzo estremamente difficoltoso, disagevole, pesante; l’aggravante è di averlo fatto senza una ragione comprensibile e con molti più danni che benefici di qualsiasi genere, di aver fatto rimpiangere le buone vecchie copie cartacee e di aver dunque vanificato i vantaggi della tecnologia. Naturalmente i problemi non finiscono qui, perché ve ne sono di più strutturali nel mondo delle pubblicazioni scientifiche in generale ed è indispensabile affrontarli nella loro complessità. Basta al momento osservare che tutto ciò che, in materia di pubblicazioni digitali per i concorsi, è recentemente passato nei blog accademici, e su Roars innanzitutto, costituisce la prova involontaria ma efficacissima dell’importanza di adottare sempre più ampiamente metodologie di open access per le pubblicazioni scientifiche: metodologie, cioè, che – oltre ad assicurare la massima circolazione ai minori costi possibili a vantaggio della comunità scientifica – lascino all’autore/ricercatore completa facoltà di decidere come modificare, riprodurre, distribuire, archiviare, sottoporre a giudizio la propria produzione scientifica, ad esempio, come si è visto recentemente nel nostro paese, per fini di natura concorsuale.
(Fonte: G. Abbatista, roars.it 30-12-2012)