UNIFG. IL RETTORE SMENTISCE IL RISCHIO DEFAULT Stampa

Numerosi organi di stampa hanno diffuso la notizia dell’ulteriore taglio di 300 milioni al finanziamento statale delle Università, che fa seguito ai tagli degli scorsi anni. Quale università a maggiore rischio è stata indicata l’Università di Foggia, evidentemente sulla base del problematico rapporto tra le spese per il personale e le entrate, pari all’89,16%. Preme precisare innanzitutto che questo rapporto rappresenta il risultato ovvio del meccanismo introdotto dal ministro Profumo con il D.lgs. 49/2012, che definisce il rapporto tra le spese di personale e le entrate;  queste ultime sono costituite dal finanziamento statale, che è sempre più ridotto, e dalle tasse studentesche, che sono notoriamente molto variabili in Italia (media nazionale di € 982) e che a Foggia sono alquanto basse (media € 560), in ragione del problematico contesto socio-economico. Tale meccanismo danneggia, infatti, in particolare le università meridionali e quelle poste in aree disagiate. Tutto questo mentre in altri paesi europei le tasse studentesche, già ora ben più basse di quelle italiane, stanno per essere ulteriormente ridotte o del tutto eliminate, come ad esempio in Germania, a fronte di ulteriori massicci investimenti pubblici, per favorire le iscrizioni e l’aumento del numero dei laureati.
In qualità di rettore intendo smentire con forza quanto affermato a proposito del rischio di default dell’Università di Foggia. Nonostante abbia subito un taglio del finanziamento statale di oltre 5 milioni di euro negli ultimi anni quattro anni, e di ben 1,5 milioni solo dalla legge di stabilità, la nostra Università ha già approvato il bilancio preventivo per il 2013, che è ancora una volta in pareggio, senza un solo euro di debito, grazie alle nostre politiche di risparmio e di rigore e alla nostra capacità di attrarre fondi e di utilizzare i finanziamenti europei, e al prezioso sostegno della Regione Puglia.
(Fonte: G. Volpe, uninews24.it 28-12-2012)