UNIVERSITÀ. CHE COSA FARE SECONDO IL PD Stampa
Il PD vuole contrastare la destrutturazione del sistema universitario pubblico, a partire dalla difesa del diritto allo studio, pilastro dell'istruzione universitaria. Bisogna, in particolare, contrastare la riduzione delle immatricolazioni. Pur scontando differenze tra gli Atenei e negli Atenei, va comunque assicurato un livello minimo comune il più alto possibile, consentendo agli studenti di scegliere l'offerta formativa e culturale più adatta a loro. In questa direzione è necessario anche intervenire sulla tassazione universitaria, che non deve aumentare ma che, se possibile, deve essere diminuita. Ugualmente si deve intervenire sulle distorsioni prodotte da molte università telematiche che determinano l'abbassamento della qualità del titolo universitario. Per quanto riguarda la docenza occorre un aggiornamento a partire dalle posizioni assunte durante l'approvazione della legge Gelmini: contratto unico pre-ruolo, e ruolo della docenza con articolazioni interne. Analogamente, per quanto riguarda la governance, che ha visto il PD condividere l'apertura dei CdA al territorio, occorre valutare con urgenza gli esiti di queste scelte e superare gli elementi di accentramento e di verticismo ministeriale. Per il diritto allo studio si deve affiancare al sistema regionale quello nazionale, mentre bisogna prendere atto che il fondo per il merito è un esperimento fallito. Occorre introdurre un’effettiva progressività nella tassazione che, facendo salvi i redditi medi e bassi, faccia maggiormente contribuire i redditi alti così da impegnare maggiori risorse nel diritto allo studio. E' inoltre necessario semplificare la legislazione universitaria.
(Fonte: M. Meloni, responsabile università e ricerca del PD, 12-12-2012)