CULTURA, FORMAZIONE, RICERCA. FORTE MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Stampa

Durante gli Stati generali della cultura organizzati da II Sole24Ore con l'Accademia dei Lincei e l'Enciclopedia Italiana, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha disegnato con pochi tratti il quadro obbligato dello sviluppo italiano (possibile) e ha mandato un messaggio forte al governo su cultura, formazione e ricerca. «Esiste da decenni una sottovalutazione clamorosa della cultura, della formazione, della ricerca da parte delle istituzioni rappresentative della politica, del governo, dei governi locali, ma anche della società civile». A Monti, ricorda Napolitano, si deve «il recupero della credibilità e del nostro ruolo nel mondo» ma il presidente dice: «Non eludo e non esito dall'avere uno spirito critico anche nei confronti del comportamento dell'attuale governo, pur conoscendo la sensibilità e l'impegno dei ministri». Il punto sono i tagli «lineari»: «Occorre far emergere una nuova scala di priorità, non credo ci si debba arrendere agli automatismi della spending review». Quindi urge «salvaguardare una quota consistente di risorse per la cultura, la ricerca e la tutela del patrimonio e del paesaggio». Cita l'articolo 9 della Costituzione che obbliga la Repubblica a sostenere la ricerca, a tutelare beni culturali e paesaggio. Certo, aggiunge, «non possiamo giocare con il rischio di fallimento» ma «contenimento e riduzione della spesa pubblica non vogliono dire che non ci possa essere una selezione. Scegliere è una responsabilità della politica: dire dei no e dire dei sì. E servono più sì». E ancora: «Si può parlare di emergenza dimenticata? Non è l'espressione più adatta. E stata una scelta di fondo trascurata in un lungo arco di tempo, non nata con questo governo. E una scelta che resta da fare. Per la cultura esiste una questione di soldi, ma anche di capacità progettuale, organizzativa, gestionale».
(Fonte: Corsera 16-11-2012)