RICERCA. L'ITALIA NON SOFFRE DI FUGA DEI CERVELLI MA DI SCARSA MOBILITÀ DEI RICERCATORI Stampa

Non più fuga dei cervelli, ma circolazione dei cervelli a livello globale: è questo il nuovo elemento di forza dei Paesi che puntano sulla ricerca. Tanto che i ricercatori che restano fermi, senza fare nemmeno un'esperienza all'estero, finiscono con il restare indietro in termini di produttività scientifica. Lo dimostra lo studio condotto dalla Elsevier, analizzando i dati della banca dati bibliometrica Scopus. Quest'ultima raccoglie 15 anni di dati relativi alle pubblicazioni scientifiche. Grazie ad essi ''e' possibile 'tracciare' la produttività di un ricercatore'', ha detto il vicepresidente senior della Elsevier, Michiel Kolman. ''L'attivita' di ogni ricercatore o gruppo di ricerca - ha spiegato - può essere registrata per mezzo delle pubblicazioni''.
In questo contesto l'Italia si colloca al quarto posto a livello internazionale per numero di pubblicazioni, preceduta da Francia, Germania e Stati Uniti. Un dato questo che riguarda i ricercatori più aperti alla collaborazione o a trascorrere almeno un periodo di lavoro all'estero. Tanto che la circolazione dei cervelli (italiani che pubblicano all'estero o ricercatori che dall'estero pubblicano in Italia) riguarda nel nostro Paese il 32,6% dei ricercatori, con un indice di produttività maggiore del 52% rispetto alla media italiana. I ricercatori che non hanno mai lasciato l'Italia, pari al 58%, hanno invece una produttività minore del 40% rispetto alla media italiana. Un dato, secondo Kolman, dal quale emerge che ''l'Italia non soffre di fuga dei cervelli, ma di scarsa mobilità dei ricercatori''.
(Fonte: ansa.it 14-11-2012)