RETRIBUZIONI. 13 MILIARDI A FINE 2014 IL RISPARMIO DAL BLOCCO RETRIBUZIONI NEL PUBBLICO IMPIEGO Stampa

Nel pubblico impiego il blocco dei contratti deciso due anni fa non solo ha prodotto una frenata di questa voce della spesa corrente, ma ha anche ridotto le retribuzioni reali. Secondo un calcolo realizzato per Il Sole 24 Ore da Aran, l'agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni, se si prende come indicatore la retribuzione media contrattuale annua del 2009, pari a 27.613 euro, si scopre che tra il 2010 e il 2012 i dipendenti hanno perduto 1.602 euro di reddito a causa dell'erosione monetaria prodotta dall'inflazione, che nel periodo, in termini cumulati, è crescita del 7,5 per cento. Se si passa dalla media alla variazione percentuale, la limatura alle retribuzioni contrattuali – prese in esame al posto delle retribuzioni di fatto visto che nel nuovo modello l'Ipca e poi l'inflazione effettiva si applica solo alla parte fissa – equivale al 5,8 per cento. E poiché il blocco dei rinnovi sta per essere prorogato anche per il biennio 2013-2014, con un trend invariato dei prezzi al consumo la prospettiva è di un raddoppio della perdita di potere d'acquisto, fino a superare l'11% in termini cumulati in cinque anni.
A contenere la massa salariale nel pubblico (167 miliardi, pari al 10,7% del Pil quest'anno, destinato a scendere al 9,9% nel 2015 secondo l'ultima nota aggiuntiva del Def) è il blocco del rinnovo dei contratti scattato con il DL 78/2010. Misura rafforzata l'anno passato con altri quattro interventi successivi. Il risultato è una riduzione extra delle retribuzioni pubbliche che ha portato a un sostanziale allineamento con la crescita cumulata degli stipendi privati.
In termini monetari il blocco delle retribuzioni determina un risparmio di 6,5 miliardi nel biennio, che saliranno a 13 miliardi a fine 2014, termine dell'ulteriore proroga che sarà confermata con un decreto ministeriale atteso nelle prossime settimane. Con questo atto sarà confermato anche il congelamento della vacanza contrattuale, il che significa che se nel 2015 sarà possibile l'apertura di una nuova stagione di rinnovi contrattuali, il potere d'acquisto perduto a causa degli ultimi cinque anni di inflazione non verrà mai più recuperato.
(Fonte: D. Colombo, IlSole24Ore 12-11-2012)