RICERCA. IL CASO ILARIA CAPUA. UN APPELLO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Stampa

Dopodomani Lei concluderà a Roma gli Stati Generali della Cultura ai quali è stata chiamata a intervenire anche la dottoressa Ilaria Capua*, in rappresentanza della cultura scientifica. Oggi si è tenuto a Padova un grande raduno al quale hanno aderito, tra gli altri, il presidente della Regione Veneto Luca Zaia e il sindaco di Padova Flavio Zanonato, perché, come forse avrà avuto modo di sapere, per incomprensibili ragioni burocratiche, alla stessa dottoressa Capua e al suo gruppo di lavoro è stata negata la possibilità di svolgere la propria attività in quella che ora paradossalmente è chiamata proprio Torre della Ricerca. Viene da chiedersi a questo punto: se perfino a un esponente di primissimo piano come Ilaria Capua viene negata la possibilità di fare ricerca, cosa accade quotidianamente a ricercatori altrettanto eccellenti, ma meno noti, che con impegno e passione lavorano in Italia?
Ci rendiamo perfettamente conto che la mole di impegni che quotidianamente incombono sulla Sua persona non Le permettono di seguire e intervenire in tutte le vicende, ma ci permettiamo di chiederLe di intervenire in questo caso specifico proprio per dare un segno di speranza ai tanti giovani ricercatori italiani che non devono sentirsi abbandonati dalle istituzioni.
Portare Ilaria Capua alla Torre della Ricerca di Padova significherebbe per tutti noi credere che ci siano ancora speranze nel nostro Paese, nonostante le mille difficoltà, per coltivare talenti. Confidiamo quindi in un Suo intervento risolutivo della vicenda e cogliamo l'occasione per ringraziarLa per quanto ha fatto in questi anni per risollevare le sorti dell'intero Paese.
(Fonte: Il Mattino di Padova 14-11-2012)

*Chi è Ilaria Capua. Romana, laureata in medicina veterinaria a Perugia, specializzata a Pisa, anni di esperienza in giro per il mondo, direttrice e anima del dipartimento di Scienze biomediche all’lstituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie a Padova, Ilaria Capua non è stata scelta a caso per rappresentare il settore scientifico agli Stati Generali della Cultura organizzati a Roma dall'Accademia dei Lincei. Qualche anno fa s'impose isolando con i suoi collaboratori, primo fra tutti Giovanni Cattoli, il primo virus africano H5N1, la nasty beast dell'influenza aviaria umana. Ciò che la rese celeberrima fu tuttavia il passo successivo. Cioè la risposta che diede all'alto funzionario dell'Oms che l'aveva chiamata per chiederle di mettere tutto ciò che sapeva in un database privato del quale avrebbe avuto una delle 15 password d'accesso. Quella scelta di condividere la scoperta in una cerchia ristretta poteva significare fama, finanziamenti, prestigio, soldi. Ma lei, come ricorda nel libro recentissimo «I virus non aspettano» (Marsilio) decise di rifiutare quell'occasione di entrare in un cenacolo di eletti. E così mise la sua scoperta su «GenBank», a disposizione di tutti. Guadagnandosi «lettere di sostegno da tutto il mondo, un servizio su Science, un hip hip urrà da Nature, un'intervista in doppia pagina con ritratto dal Wall Street Journal, un editoriale sul New York Times.
(Fonte: G. A. Stella, Corsera 15-11-2012)