ABILITAZIONE SCIENTIFICA. RISPONDE IL PRESIDENTE DELLA CRUI Stampa

La mozione CRUI del 27 settembre esprime forte preoccupazione per gli effetti di quanto disposto dall’art. 5, c. 3, del DPR 222/11. Può spiegare ai lettori di cosa si tratta?
Dunque, la mozione della CRUI va effettivamente inquadrata nell’attuale contesto, nell’atmosfera venutasi a creare negli ultimi giorni. Come penso di aver già spiegato, tutti quanti noi (rettori inclusi) siamo preoccupati che il processo dell’Abilitazione Scientifica Nazionale possa subire impasse, ritardi, complicazioni. Troppo lunga è stata l’attesa di chi aspetta da quasi 5 anni di entrare nei ruoli dell’Università. Per non parlare delle conseguenze di un turnover che ha già ‘mangiato’ in pochi anni quasi 10.000 figure di docenti negli atenei; e senza alcun ricambio. Ora, già a luglio avevamo direttamente espresso all’ANVUR le nostre preoccupazioni procedurali. Avevamo anche confermato la nostra ferma convinzione che il ruolo dell’ANVUR fosse determinante nel controllare la serietà delle procedure valutative. Il documento di ‘chiarimento’ sulle mediane del 14.9 u.s., venuto dopo un periodo abbastanza burrascoso tra la fine di agosto e i primi di settembre nel quale si sono succedute partenze e false partenze, ha incrementato le perplessità della CRUI. Il ragionamento è semplice. Se la stessa ANVUR ammette, come ha fatto, che il calcolo delle mediane si basa su procedure opinabili, su banche-dati volontaristiche e sostanzialmente incontrollabili (vedi le recenti polemiche finite sui ‘media’ a proposito delle riviste patinate spacciate come titoli scientifici con conseguente, ulteriore denigrazione dei professori), ebbene, se tutto questo è vero, allora il rischio d’incertezze nell’operato delle commissioni aumenta esponenzialmente. E a fronte di questo incremento è altrettanto evidente che aumenteranno le contestazioni.
(Fonte: redazione Roars 08-10-2012)