MANIFESTO DEL NUOVO REALISMO. La filosofia prova a fare pace con le verità della ricerca Stampa

Autore: Maurizio Ferraris. Editori Laterza. Collana i Robinson / Letture. Pp. 126. 2012
«La filosofia non si risolve nella scienza, è un'attività diversa, ma mi sembra molto difficile fare una buona filosofia in contrasto con la scienza». Così Maurizio Ferraris, uno dei più influenti filosofi italiani, professore di filosofia teoretica all'Università di Torino e teorico del «New Realism», presentato in questo saggio. Ferraris sottolinea come nell'antirealismo, che spesso si collega alla critica della scienza, si manifesti una contraddizione pratica. «Prendiamo Martin Heidegger. Tra le sue affermazioni più problematiche c'è l'espressione "La scienza non pensa". La scienza sarebbe un'attività secondaria rispetto ad altre più fondamentali, come l'arte, la filosofia, la politica. Ma, se le cose stanno così, per quale motivo, quando è entrato in depressione, ha cercato l'aiuto di uno psichiatra, Medard Boss, e non di un pittore, di un filosofo, di un parlamentare?». Quello della malattia - prosegue Ferraris - è un esperimento cruciale: epistemologi anarchici che scrivono che il cardinale Bellarmino aveva più ragione di Galileo, filosofi ermeneutici che sostengono che la scienza non pensa, filosofi dionisiaci per i quali l'artista è superiore all'uomo di scienza, nel momento in cui si ammalano scelgono di farsi curare con quanto di meglio offrono scienza e tecnica. «Allora - ci si domanda - perché prima dicevate che la scienza non pensa e che l'illusione è il massimo bene? Come fate a vivere in questa doppia verità o doppia menzogna? Difficile capire come si possa passare buona parte del proprio tempo alla ricerca della verità e vivere in un mondo che è permeato di scienza, dichiarando che la verità stessa è una truffa e la scienza non pensa. Per una nuova alleanza è sufficiente, secondo il «Nuovo realismo», «conoscere e accettare le scoperte scientifiche, evitare posizioni contraddittorie fra teorie filosofiche e pratica personale e riconoscere che esistono ampi spazi di realtà, dalla politica all'arte, dove la scienza è marginale e la filosofia ha molto da dire».
(Fonte: tSt 17-10-2012)