E-LEARNING. MEGLIO PER PROGETTI DI EDUCAZIONE PERMANENTE Stampa
I corsi che sono proposti nei più disparati siti on line sono dei singoli moduli che hanno una loro autonomia e una specifica identità didattica. Lo studente a distanza che tramite l’e-learning ha preso contatto con l’offerta formativa di Udacity, alla fine della sua esperienza didattica, potrà vantare l’acquisizione di conoscenze in specifici insegnamenti ma non potrà dimostrare di aver percorso in maniera completa un tragitto formativo coerente, integrato e sequenziale. Questo allora, a mio modo di vedere significa che, nel migliore dei casi, stiamo parlando di un progetto di formazione permanente che usa opportunamente gli strumenti dell’educazione a distanza. Come a dire: sono arrivato a una fase nella mia esperienza di vita in cui avverto la necessità, la voglia, la motivazione, di arricchire le mie conoscenze, ad esempio, nel settore della statistica sociale. Ecco allora che trovo un sito di e-learning che mi offre materiale, documentazione, esempi, prove di verifica per soddisfare questa legittima curiosità per la statistica sociale.
Altro scenario è invece quello che sta alla base di un’offerta formativa che, in maniera tradizionale dal punto di vista dell’organizzazione didattica ma innovativa e di frontiera dal punto di vista delle risorse tecniche investite, viene proposta a studenti che non hanno facilità di accesso ai corsi di laurea “in presenza”. In questo caso abbiamo bisogno non solo di una piattaforma multimediale da raggiungere via Internet ma dobbiamo proporre servizi, strutture, occasioni di apprendimento che solo un ateneo solido, fisicamente collocato nel territorio della cultura e della scienza può offrire.
Se è assolutamente legittimo e addirittura doveroso che università come quella di Padova, o il Politecnico di Milano, o la Bocconi propongano, accanto alla didattica tradizionale, corsi di laurea a distanza, più inquietante è spesso la realtà di offerte formative che provengono da atenei che appaiono sul sito di Internet ma che, dietro questa facciata, nascondono praticamente il vuoto in termini di risorse umane, scientifiche e culturali.
(L. Arcuri, unipd.it/ilbo 27-09-2012)