OCSE. RAPPORTO SULL'ISTRUZIONE Stampa
Il primo dato sul quale accende i riflettori l'organizzazione parigina è quello della percentuale di laureati. La situazione italiana è certo migliorata, ma rimaniamo ancora nella parte bassa della classifica. Rispetto all'11% di laureati nella fascia d'età 55-64 anni siamo, infatti, saliti al 21% della fascia 25-34 anni. Un dato che ci colloca comunque al penultimo posto tra i 34 Paesi dell'Ocse, alla pari con l'Austria e davanti solo alla Turchia (17%). La media Ocse è del 38% e quella dell'Europa a 21 è del 35%. Complessivamente, prendendo in considerazione tutte le fasce d'età, l'Italia è al 15% di laureati, come il Portogallo, e ancora una volta davanti alla sola Turchia (13%). La media Ocse è del 31% e quella europea del 28%. Il dato scende al 9% nella fascia d'età 25-34 anni tra i figli di genitori a bassa istruzione.
Il ritardo italiano nella percentuale di laureati sulla popolazione è anche dovuto all'assenza di corsi universitari "professionali" (il cosiddetto "tipo-B"), che nell'Ocse rappresenta invece il 17% dei laureati.
La storica mancanza di un rapporto funzionale, e funzionante, tra mondo dell'istruzione e del lavoro, è evidenziato pure da un altro dato allarmante: il 23% dei giovani (15-29 anni) non fa nulla. Non studiano e non lavorano (c.d. NEET). Hanno cioè lasciato, o terminato, gli studi ed è inattesa di un lavoro che non arriva. In questa classifica l'Italia è quartultima, seguita solo da Spagna (24%), Israele (27%) e Turchia (37%).
(Fonti: IlSole24Ore 12-09-2012. Education at a glance 2012 Ocse)