ACCESSO ALL’UNIVERSITÀ. I TEST PER GLI ATENEI SONO NECESSARI Stampa
Studenti in piazza contro i test d’ingresso all’università considerati una “lotteria”. Ieri come oggi dunque nulla è cambiato? Rispetto al 1997-1998, quando furono introdotte le prime prove, adesso i quesiti sono molto più attinenti ai programmi di scuola e migliori anche qualitativamente. Quindi, da sottosegretario e da esperta di test, lei ci garantisce la qualità delle prove somministrate? Sicuramente si può ancora migliorare a breve termine, per il prossimo anno. Poi potremmo introdurre, come proposto dai presidi di Medicina, dei percorsi di orientamento già dal quarto anno di scuola superiore: sarebbe un vantaggio per i ragazzi che potrebbero già capire le proprie attitudini e scegliere di conseguenza. Ma con queste facoltà a numero chiuso non viene meno il diritto, la libertà di scegliersi il proprio futuro? Senza selezione si fa un danno ai ragazzi: prima dell’introduzione dei test si laureava il 50 per cento degli iscritti. Il numero chiuso ha migliorato la qualità della proposta didattica. Non si rischia, però, di premiare il nozionismo a danno della curiosità e della motivazione dei giovani? Non credo: di solito c’è correlazione tra punteggio ottenuto nei test e determinazione. Chi si prepara e studia ce la fa!
(Fonte: O. Ciccarelli, intervista al sottosegretario Ugolini, metro news.it 05-09-2012)