FINANZIAMENTI. UN TAGLIO DEL 2,5% AL FFO NELLA BOZZA DI REVISIONE DELLA SPESA STATALE Stampa
Per la spending review le forbici di Enrico Bondi non si sono dedicate solo alle amministrazioni centrali e periferiche dello Stato, ma anche agli atenei e ai centri di ricerca. Secondo la bozza di revisione della spesa statale (ormai nota come spending review), la massa aggredibile nel comparto universitario pubblico è di 532 milioni di euro e poco più del 30% di questa cifra può, anzi deve essere tagliata subito (per la precisione Bondi punta a un risparmio di circa 170 milioni di euro, che è quasi il 2,5% di quanto lo Stato trasferisce alle università attraverso il Ffo, acronimo che sta per Fondo per il finanziamento ordinario delle Università, il capitolo di spesa del ministero dell'Istruzione che rappresenta il principale canale di finanziamento per gli atenei statali). Alla quantificazione della spesa eccessiva Bondi e i suoi sono arrivati calcolando attraverso il Siope (Sistema informativo sulle operazioni degli enti pubblici), la grande banca dati della spesa pubblica, il totale dei costi intermedi di ogni ateneo (dentro questa voce finiscono tutte le spese di produzione, al netto degli stipendi per il personale a tempo indeterminato). Si va dalle collaborazioni alle spese di formazione, dalla manutenzione degli immobili agli affitti, dal riscaldamento alle licenze software. La cifra complessiva di questi costi è stata poi divisa per il numero di dipendenti di ogni amministrazione e, dopo aver calcolato la media nazionale, le spese superiori al costo standard sono state considerate eccessive e pertanto aggredibili. Segue la tabella dei tagli proposti all'università dal commissario Bondi.
(Fonte: A. Satta, Milano Finanza 01-09-2012)