SPAGNA. LA RIFORMA AUMENTA LE TASSE UNIVERSITARIE Stampa
La riforma universitaria che più polemiche ha provocato in Spagna negli ultimi decenni è stata annunciata ad aprile dal ministro José Ignacio Wert. Il paese vanta uno dei tassi di scolarizzazione superiore più bassi d’Europa e il più alto tasso di abbandono universitario (in media il 50%, che arriva al 90% per gli studenti di ingegneria, mentre la media europea si colloca al 30%). Toccherà alle regioni (comunità autonome, nel linguaggio istituzionale spagnolo) che gestiscono direttamente le risorse da destinare alla formazione, attuare le linee guida emesse dall’esecutivo di Madrid:  già da quest’anno dovranno risparmiare tre miliardi di euro nelle voci di bilancio dedicate all’educazione. Si riducono i servizi di mensa, si contraggono gli stipendi e, a sorpresa, aumentano le tasse universitarie: fino a 540 euro annuali in più. Gli universitari dovranno contribuire con le loro matricole al 25% del totale della spesa. Quindi, se fino ad oggi pagavano tra i 900 e i 1.000 euro per immatricolarsi in un Grado (il primo ciclo di studi) o in un Master abilitativo, dal prossimo anno il costo aumenterà da 150 a 250 euro a seconda dell’università in cui si iscriveranno. Verranno castigati i "ripetenti", che per immatricolarsi la seconda volta pagheranno dal 30% al 40% in più, fino ad arrivare a un aumento del 75% per la terza iscrizione e del 100% dalla quarta in poi. Anche le tasse delle matricole dei master non abilitativi lieviteranno: nell’anno accademico 2011-2012 gli studenti pagavano in media 1.800 euro per l’iscrizione, mentre dal prossimo ne pagheranno 2.700, con un proporzionale aumento delle tasse per i ripetenti fino a un massimo di 3.500 euro l’anno. Per controbilanciare, aumentano le borse di studio concesse (entrano in vigore nuovi sussidi statali, regionali e accademici che arrivano a coprire fino al 100% delle matricole), anche se si inaspriscono i criteri per ottenerle e mantenerle: l’approvazione del 90% dei crediti di ogni anno, percentuale che prima della riforma era del 70%. Grazie alla nuova legge, quest’autunno la Spagna passerà dal sesto posto nella lista dei paesi economicamente più esigenti con i propri studenti (dopo Portogallo, Italia, Paesi Bassi, Irlanda e Inghilterra), al terzo posto, superata solo dalle università irlandesi e inglesi.
(Fonte: C. Cucchiarato, unipd.it/ilbo 09-07-2012)