RICERCA. LA SCELTA DEI VALUTATORI NEL GEV14 Stampa

Il bando per valutatori non è stato emanato dall’ANVUR ma dal CIVR, nell’estate del 2010, e quindi non solo non abbiamo scelto noi contenuti e modi di diffusione, ma quando siamo entrati in carica, nel maggio del 2011, il bando si era già chiuso da un pezzo. Del resto non potevamo prescindere dai nomi presenti nelle liste, che in alcuni settori – quello sociologico fra gli altri (GEV14, Scienze politico-sociali, al suo interno diviso in un SubGev per l’area politologica ed in uno per quella sociologica) – vedevano una presenza poco rappresentativa. Per la precisione hanno fatto domanda 29 ordinari italiani, di cui nel frattempo tre hanno compiuto 70 anni. Dei restanti 26: 8 erano donne, 18 uomini (4 del settore 07, 7 del settore 08, 6 di 07+08, 5 di 07+010, 2 di 07+012, uno di 010 e due di 012), 11 venivano dalla Lombardia, 6 dal Lazio, 2 dal Piemonte e dall’Emilia Romagna, uno da Toscana, Liguria, Abruzzo, Calabria e Campania; infine, dieci avevano un H index superiore a 10. Cinque dei componenti del GEV ne fanno parte: il professor Colozzi è stato nominato presidente perché aveva partecipato alla VTR. Per inciso, era anche la persona nel cui sito CINECA era presente il maggior numero di pubblicazioni (indicatore ampiamente utilizzato per i settori 10/14). Tre componenti erano uomini, due donne: due sono di 08, due di 07/08 e uno di 07/09. Il sesto componente è stato scelto fuori elenco perché sintetizzava alcune caratteristiche desiderate: donna, del Sud e di settore disciplinare non rappresentato. Nell’elenco dei candidati, nessuno era in grado di assolvere tutte queste caratteristiche. La ripartizione per componenti, oltre a non costituire un criterio scientifico o di rappresentatività non era compatibile con i sei criteri che avevamo fissato: aver fatto domanda, avere un livello scientifico elevato raffigurato da H index o numero di pubblicazioni e citazioni, e consentire una diversificazione per genere, area geografica e area disciplinare. Aggiungo, da ultimo, che la procedura di scelta dei referee, tuttora in atto, ha coinvolto finora più di settecento colleghi, italiani e stranieri, e non verrà chiusa per tutta la durata della VQR.
(Fonte: L. Ribolzi, vice presidente ANVUR, in risposta a un articolo di M. Santoro su roars, che auspicava di “avere dal GEV14, e quindi dall’ANVUR, la certezza che le liste nominative dei revisori saranno rese pubbliche - se non ora, almeno dopo l’esercizio di valutazione -. Una forma di trasparenza che non sarà forse proprio ortodossa, quanto meno rispetto alle versioni più rigide e formali e utopiche di peer review, ma che ha il duplice vantaggio di rispettare integralmente il principio della parità tra valutatori e valutati - questi ultimi evidentemente “in chiaro” - e soprattutto di garantire un controllo ex post – ma in fondo anche ex ante, per il noto meccanismo delle reazioni anticipate – sui lavori e sulle scelte dei GEV da parte delle comunità scientifiche di riferimento”.)