LETTORI DI LINGUA STRANIERA IN ITALIA. CHE COSA NE PENSA IL NYT Stampa
Americani, britannici, canadesi, cinesi, tedeschi, sudamericani, spagnoli e russi, sono ormai circa 1.500 gli accademici stranieri che sono stati a lungo responsabili sia dell'insegnamento sia degli esami universitari in lingua negli atenei italiani. Nel 1989 la Corte Europea di Giustizia ha stabilito che le leggi italiane che costringono gli insegnanti di lingue a contratti annuali e negano loro assicurazione sanitaria e pensione sono una violazione del Trattato di Roma. "Su questa questione l'Italia ha già perso sei volte presso la Corte Europea di Giustizia", ha spiegato David Petrie, presidente dell'Associazione degli insegnanti stranieri in Italia. La corte ha ripetutamente stabilito che trattando gli insegnanti non italiani per definizione in modo diverso dai propri cittadini, il governo italiano stava violando la legge europea sul movimento libero delle persone. Ma come Clarissa Botsford, ex-membro del gruppo dei lettori all'Università di Roma, descrive nella sua tesi di master proprio su questo argomento, la risposta italiana è stata di resistere, ostacolare e ritardare la conformità alle sentenze della corte Europea. Nel 1995, il governo offrì ai lettori contratti a tempo indeterminato ed allo stesso tempo ridefinì la loro posizione come "collaboratori linguistici esperti". Poiché questi "collaboratori" non facevano parte del corpo d'insegnamento, potevano essere pagati ancora di meno. Molti si rifiutarono di firmare, portarono il loro caso davanti alla Corte e vinsero. Nel 2010, si erano accumulate così tante sentenze che il governo passò una nuova legge che rinnovava lo status di diseguaglianza lavorativa dei lettori stranieri e "estingueva" tutte le cause ancora pendenti in materia. Durante lo scorso anno, la causa dei lettori è stata appoggiata dal Primo Ministro britannico David Cameron e il ministro per l'università David Willetts. Ma Petrie è convinto che il cambiamento arrivi probabilmente da una direzione diversa. Prima che diventasse capo del governo italiano, infatti, Mario Monti era un commissario europeo la cui dedizione al mercato unico non è mai stata messa in dubbio. "È molto interessante che ci sia lui al governo ora - dice Petrie -. E sarà ancora più interessante vedere quanto il governo Monti sarà capace di raggiungere l'obiettivo di cambiare la cultura nelle università italiane".
(Fonte: D.D. Guttenplan, New York Times 17-06-2012. Redazione www.nannimagazine.it 20-06-2012)