RICERCATORI. SCARSO RECLUTAMENTO VERSO IL TENURE TRACK Stampa

L'analisi quantitativa dei bandi da Ricercatore a Tempo Determinato (RTD) emanati dalle università dimostra che queste hanno attivato in modo pressoché esclusivo i non impegnativi contratti di tipo “a”, mentre il numero di bandi per i contratti di tipo “b” resta irrilevante.
Le principali cause di questo fallimento sono due: la pretesa di riformare il sistema universitario in condizioni di progressivo definanziamento, che ha impedito agli atenei di programmare un numero adeguato di impegnative posizioni "con tenure" destinate a trasformarsi in posti da professore associato; i potenziali conflitti fra i nuovi RTD e i Ricercatori a Tempo Indeterminato messi ad esaurimento, acuiti dai ritardi nello svolgimento del reclutamento straordinario di professori associati. Al momento, la complessità dell’attività di programmazione sta bloccando i processi di reclutamento, e la confusione è massima, tra compresenza dei Ricercatori a Tempo Determinato di tipo a) e b), norme transitorie che consentono ai vecchi precari di accedere direttamente ai contratti di tipo b), reclutamento straordinario di professori associati, possibili chiamate dirette destinate agli attuali ricercatori a tempo indeterminato, concorsi che consentono l'accesso diretto alle posizioni di professori.
L’abolizione della figura del Ricercatore a Tempo Indeterminato richiederebbe invece l’introduzione di meccanismi di tenure track realmente funzionanti, per gestire i flussi contemporanei verso la posizione di professore associato degli attuali Ricercatori a Tempo Indeterminato e dei nuovi ingressi, allo scopo di offrire concrete prospettive di carriera ai primi senza creare tappi o periodi di chiusura del reclutamento di nuovo personale.
(Fonte: M. Meloni 07-06-2012)