LA QUOTA "PREMIALE" (MA NON TROPPO) DEL FONDO DI FINANZIAMENTO ORDINARIO 2012 Stampa

Da ormai tre anni il MIUR distribuisce il Fondo di finanziamento ordinario in modo particolare: c'è una quota "base", che dipende da parametri come il numero di studenti iscritti e di docenti, e poi c'è una quota "premiale", che varia in base ai risultati conseguiti dall'ateneo. Il Politecnico di Torino ha ricevuto il contributo più consistente se parametrato alle sue dimensioni: 124 milioni in tutto, di cui 26 sotto forma di premio. Significa che quasi il 21 per cento dei finanziamenti che riceve dipende dai propri meriti. La parte «premiale» del Fondo, che inizialmente era del 7%, negli anni è aumentata arrivando, nel 2012, al 13,90% del totale. In tutto dunque, le Università più meritevoli si dividono quest'anno un premio di circa 910 milioni di euro, che si vanno ad aggiungere a una quota base di Fondo di circa 5 miliardi e 300 milioni, per un totale di 6 miliardi e mezzo circa. Gli oltre 26 milioni di euro assegnati al Politecnico di Torino rappresentano il 20,90% in più dei finanziamenti che le sono stati assegnati dal Fondo nel 2012. E, in termini percentuali, questa cifra lo mette al di sopra anche di Università che hanno ricevuto più soldi in termini assoluti, come La Sapienza di Roma (67 milioni) e l'Università di Bologna (63 milioni): la percentuale sul totale dei soldi assegnati ammonta, nel primo caso, al 13% e al 16,30% nel secondo. Al secondo posto della classifica «premiale» c'è un altro Politecnico, quello di Milano: anche in questo caso, in termini assoluti i soldi sono di più (oltre 165 milioni), che però incide per il 16,75% sull'ammontare del finanziamento totale. L'ateneo veneziano Ca' Foscari è al terzo posto per il terzo anno consecutivo. Nella top-ten, subito sotto il podio, ci sono Bologna (16,3%), Tor Vergata-Roma (15,96%), Ferrara (15,79%), Pavia (15,70%), Verona (15,63%), Udine (15,60%) e Milano (15,60%). In coda a questa classifica dei premiati c'è l'Università di Messina: quasi 14 milioni di euro di premio, il 9,03% del totale dei finanziamenti (154,7 milioni).
E qui interviene una precisazione. A rigor di legge, grazie all’ottima qualità della sua ricerca, al Politecnico di Torino spetterebbero 26 milioni. “Spetterebbero”. Ma un decreto del ministro Profumo l’ha decurtato. Un decreto che, applicando alcune formule matematiche, finisce col premiare le università in coda - come quella di Messina, 49esima (su 58) nella classifica del Sole 24 Ore – penalizzando le migliori. La ragione sta all’articolo 4 del decreto del ministro: «A ciascun ateneo non potrà comunque essere disposta un’assegnazione del FFO superiore a quella dell’anno 2011». Dunque, poiché non può ricevere un’«assegnazione del FFO superiore a quella dell’anno 2011» e siccome nel 2011 aveva ricevuto un FFO di 2,7 milioni inferiore a quello che le spetterebbe di diritto nel 2012, il premio non sarà di 26 milioni, ma di 26 meno 2,7 = 23,3. Vale anche la regola inversa. Le università con ricerca e didattica meno brillanti anziché essere penalizzate - come sarebbe logico - finiscono per essere premiate. L’ateneo di Messina, ad esempio, non ha brillato per qualità di ricerca e didattica. Ma il suo rettore è soddisfatto. Il motivo è anche questa volta racchiuso nell’articolo 4 del decreto di Profumo: «A ciascun ateneo è comunque assicurata un’assegnazione del FFO tale da ricondurre l’entità delle eventuali minori assegnazioni rispetto all’anno 2011 entro un intervallo compreso tra il -3,9% e il -3,5%». Traduzione: nessuna università può ricevere meno del 96,5% di quanto ricevuto nel 2011.
A rigor di legge, per colpa della scarsa qualità della sua ricerca, l’Università di Messina dovrebbe essere penalizzata. Ma siccome riceverebbe così un FFO inferiore alla soglia del 96,5%, il ministro Profumo, applicando il suo decreto, le regala un premio di 700mila euro.
(Fonti: La Stampa e AGI 16-06-2012; Il Secolo XIX 18-06-2012)