REPORT ISTAT. RITORNI OCCUPAZIONALI DELL’ISTRUZIONE Stampa

In Italia tra i laureati il tasso di occupazione è sotto la media dei 27 Paesi dell'Unione Europea (UE). Nella fascia d'età compresa tra i 25 e i 64 anni la quota dei dottori che lavorano arriva all'80,8%, contro l'85,5% dell'UE. La difficoltà nel trovare un'occupazione risulta massima «per chi è appena uscito dal percorso formativo e si trova nella fase di primo ingresso nel mercato del lavoro». Lo svela il REPORT ISTAT "Ritorni occupazionali dell'istruzione". Anno 2020, diffuso a fine dicembre 2021. Peraltro, nell'ottobre scorso lo stesso Istat riportava che nel 2020 solo il 20,1% della popolazione italiana (sempre tra 25 e 64 anni) possedeva una laurea, contro il 32,8% nell'UE; con una prevalenza nel Centro Italia (24,2%), seguito dal Nord (21,3%) e dal Mezzogiorno (16,2%). Secondo dati di Eurostat, l'istituto statistico europeo, l'Italia, con appena il 27,6% di laureati tra chi ha fra 30 e 34 anni, è penultima in classifica, seguita dalla Romania (25,8%). C'è una grande distanza dagli altri Stati comunitari anche per quel che riguarda la quota di popolazione con almeno un diploma (62,9% contro 79,0% nell'UE). Colpisce dunque molto il fatto che il nostro Paese non sia ancora in grado di garantire un lavoro in percentuali accettabili neppure ai pochi (rispetto alle media UE) che hanno titoli universitari: 78,3% è il tasso di occupazione dei 30-34enni laureati, contro l'86,5% comunitario. Infatti molti giovani italiani scelgono di andare all'estero.
Inoltre ci sono divari forti anche all'interno del Paese: «Nel 2020, la differenza tra Nord e Mezzogiorno nei tassi di occupazione dei 30-34enni laureati supera i 22 punti». In questo contesto pesa ovviamente anche l'attenzione nella scelta dell'indirizzo di studio universitario, viste le importanti differenze a seconda delle aree disciplinari: «Nel 2020, il tasso di occupazione delle persone tra i 25 ed i 64 anni, laureate nelle aree umanistica e dei servizi, è pari al 75,2%, in quelle socio-economica e giuridica sale all'80,1%, si attesta all'84,5% per gli ambiti scientifico e tecnologico e raggiunge il massimo valore per le lauree nell'area medico-sanitaria e farmaceutica (86,4%)». (F: M. Brando, www.treccani.it/ 05.01.22)