RdRU. SMENTITA LA CANCELLAZIONE DELL’ABILITAZIONE NAZIONALE Stampa

A proposito di reclutamento dei docenti universitari, nella bozza di decreto circolata negli ultimi giorni, l'abilitazione nazionale è stata sospesa fino al 2015. La decisione ha allarmato il Pdl, e l'ex ministra Gelmini, visto che negava alla radice uno dei pilastri della riforma che porta il suo nome. Il provvedimento è stato criticato anche da Giuseppe Fioroni (Pd), un altro ex ministro dell'istruzione. La politica degli annunci del governo ha così creato una serie di tensioni nella maggioranza tali da farlo oscillare paurosamente, rimandando ancora una volta la decisione.
E’ sembrato che il governo avesse l'intenzione di cancellare la norma sui concorsi universitari, tornando alla riforma Gelmini. Ma questo orientamento è stato smentito da un'altra proposta: rendere più stringente l'accesso all'idoneità nazionale, adottando una selezione più rigorosa che darebbe ai vincitori del concorso la sicurezza di essere assunti dall'università. A sua volta questa ipotesi sarebbe stata avversata dagli atenei che preferirebbero scegliere i propri candidati con un concorso apposito, perché altrimenti la loro autonomia sarebbe messa a rischio. Quello in atto sul reclutamento è un conflitto a tutti i livelli: dentro la maggioranza e tra MIUR e atenei. La stessa idea di procedere per decreto, e lanciare (come ha annunciato lo stesso Profumo) il bando delle commissioni di concorso e quello per i candidati entro il 29 giugno, sta generando incertezze. Con quali criteri verranno emanati questi bandi, visto che il relativo decreto è ancora fermo alla Corte dei Conti? Non è un interrogativo secondario, visto che non si conoscono ancora le modalità scientifiche con le quali saranno nominate le commissioni composte di cinque membri, né i criteri con i quali dovranno essere giudicati i candidati. Toccherà poi all'Agenzia di valutazione della ricerca (ANVUR) verificare che i prescelti abbiano i requisiti in regola. E tuttavia non è stata ancora decisa la natura di tali requisiti: devono essere puramente bibliometrici, oppure capaci di giudicare la qualità del candidato? Per molte discipline, quelle umanistiche, ad esempio, non è ancora chiaro e sono in molti a temere la moltiplicazione di contenziosi giuridici. Davanti a simili problemi, il Consiglio Universitario Nazionale (CUN) ha criticato il governo, giudicando provvedimenti come quello sul merito «incompleti, contraddittori e fonte di comportamenti opportunistici o elusivi».
A tal punto è arrivato il caos post-Gelmini, prodotto dalla bulimia normativa di una riforma che necessita di troppi provvedimenti tra decreti regolamenti e statuti per entrare in vigore. Oggi la situazione è di stallo.
(Fonte: R. Ciccarelli, Il Manifesto 07-06-2012)