SETTE PROPOSTE PER LA VQR Stampa

La recente dichiarazione pubblica del ministro che la VQR (Valutazione della qualità della ricerca) è un esercizio sperimentale di valutazione rappresenta una novità importante (così si è espresso Francesco Profumo al convegno tenutosi presso il CNR il 17 maggio scorso cui hanno partecipato ANVUR e ROARS). I risultati dell’esercizio saranno ponderati con altri indicatori e utilizzati esclusivamente per la ripartizione dell’FFO premiale. In questi mesi, ROARS ha criticato, in modo anche severo, architettura e metodologia della VQR. Di seguito elenchiamo alcune proposte, facilmente realizzabili, che aiuterebbero a eliminare alcuni dei punti critici più evidenti.
1. Profili di qualità e premialità. Organizzazione fin dalle prossime settimane di una discussione aperta nella comunità scientifica riguardante la modalità di aggregazione dei risultati.
In particolare, dovrebbe essere evitata la compilazione e pubblicazione di classifiche di università da parte dell’ANVUR. Dovrebbero essere invece predisposti (come nelle esperienze britannica, australiana e del CIVR) profili di qualità delle strutture sottoposte a valutazione. La decisione sulla formula da utilizzare per la ripartizione dell’FFO premiale (basata sui profili di qualità) dovrebbe spettare al Ministro, su eventuale proposta dell’ANVUR.
2. Referees. Occorre che sia garantita la pubblicazione ex post degli elenchi dei revisori, con l’indicazione della loro affiliazione e del numero dei prodotti valutati da ciascuno.
3. Uniformità di giudizio. Nelle aree 1-9 occorre eliminare nell’analisi bibliometrica tutte le disparità fra settori disciplinari diversi interni alla medesima area (come ad es. nel caso dell’Area 09 che, a parte ING-INF/05, per gli altri SSD usa soglie bibliometriche speciali). Questo è necessario al fine di rendere comparabili i profili di strutture simili (per esempio dipartimenti di ingegneria), ma con composizioni diverse in termini di SSD.
4. Classifiche di riviste non bibliometriche. Sterilizzare l’uso delle classifiche di riviste per i GEV 10-12 e 14: le classifiche delle riviste messe a punto dai GEV non devono entrare formalmente nei processi di valutazione dei prodotti da parte dei revisori. In particolare i rankings di riviste non devono essere utilizzati per dirimere i conflitti tra revisori, come previsto da alcuni GEV.
5. Pubblicazione dei criteri. L’area 13, dove il GEV ha deciso di valutare i prodotti sulla base della classifica di riviste, deve rendere pubblica tale classifica prima della chiusura della procedura di invio dei prodotti della pubblicazione. Eventualmente, occorrerà ritardare la chiusura della procedura di qualche settimana solo per questa area per favorire una scelta corretta dei prodotti.
6. Trasparenza delle nomine dei GEV. Occorre assicurare la pubblicità delle procedure adottate per la nomina dei GEV, rendendo pubblici i criteri di scelta, gli elenchi dei candidati e, di conseguenza, l’elenco dei membri dei GEV che non avevano fatto domanda per la procedura di selezione.
7. Accesso ai dati ex-post. L’ANVUR s’impegni fin da subito a rendere disponibili agli studiosi che ne faranno richiesta per fini di ricerca i dati elementari disaggregati dell’intero esercizio.
(Fonte: redazione roars 05-06-2012)