INTERVENTI MERITOCRATICI DA COLLEGARE AL PROGRESSO CIVILE DI TUTTI GLI STUDENTI Stampa
Secondo il ministro Profumo, perseguire l'eccellenza, premiare i migliori studenti, le migliori scuole, i migliori Atenei, è in sé un'operazione giusta, e avrà anche il vantaggio di motivare i meno bravi, per emulazione. Anziché selezionare negativamente i peggiori, li si sprona a emulare i migliori, riconosciuti e gratificati come tali. Intorno ai 'migliori' è costruito questo intervento: competizione, premi, segnalazioni alle imprese, sgravi fiscali per chi li assume; tutto vorrebbe concorrere a far nascere anche nel nostro Paese l'idea che la buona istruzione procura buon lavoro, l'idea cardine — in parte mitologica ma in parte effettuale — del sistema educativo statunitense. L'intento è di sconfiggere la demotivazione di studenti e docenti; di dare loro qualcosa per cui impegnarsi. Il problema è che, se è giusto dare nuova centralità alla scuola e all'Università, oltre che un nesso fra più istruzione e più guadagno, il ministro dovrebbe fare emergere dai suoi provvedimenti anche il nesso fra più istruzione e cittadinanza più consapevole, ovvero il nesso che non può non esserci fra l'élite dei bravi e la società che nel suo complesso deve essere composta da persone più istruite (o da più persone istruite). Insomma, senza un impegno economico che mette i docenti in grado di ricercare e di insegnare, gli studenti (tutti) di imparare e i migliori di emergere, e senza un robusto ancoraggio di ogni intervento, anche meritocratico, a una complessiva prospettiva civile e democratica, senza una nuova centralità della scuola e dell'Università nella società, il provvedimento (in itinere) risulterà poco più che un messaggio generico e parziale, probabilmente quasi ininfluente nella pratica. E rinvia alla politica, e alla sua responsabilità, il compito di occuparsi organicamente dell'intera materia.
(Fonte: C. Galli, La Repubblica 04-06-2012)