VALUTAZIONE. PIÙ SI CONCERTA MENO VIRTUOSAMENTE SI VALUTA E SELEZIONA Stampa
Un tema rilevante è quello della valutazione della ricerca universitaria e dei concorsi accademici. Il dibattito su come valutare continua, ma dall'avvento dell'università di massa non riusciamo a venirne a capo. Questioni di metodo s’intrecciano con questioni di scuola (e a volte anche di parentele), generando confusione tra obiettivi e strumenti. Anche qui autonomia, terzietà e trasparenza dei processi rafforzerebbero la legittimazione dei valutatori contribuendo a rafforzare una cultura diffusa. L'esito preferibile di un concorso universitario è che uno studioso della scuola A promuova un candidato della scuola B perché le regole e la pratica della valutazione - nonché la sua stessa convinzione - glielo suggeriscono. Un libro dei sogni? Forse, ma direi che se non ci adeguiamo presto alle migliori pratiche europee il declino si accentuerà. Che cosa rende così difficile per noi condividere e sostenere una cultura della valutazione secondo i criteri di cui sopra? Le motivazioni sono molte, ma la pratica della concertazione da noi per lungo tempo invalsa è un elemento rilevante. Scendendo dai piani nobili dei palazzi del potere ai corridoi un po' bui di segreterie e dipartimenti, più si concerta meno si valuta e seleziona virtuosamente. La concertazione con le rappresentanze degli interessi, nessuno escluso, va bene per individuare grandi linee programmatiche, ma non se impedisce di valutare in modo corretto. (Fonte: smanzocchi@luiss.it, IlSole24Ore 01-05-2012)