VALUTAZIONE. PEER REVIEW SENZA “AGE DISCRIMINATION” PER TUTTI I FINANZIAMENTI Stampa

"L'unica via d'uscita è l'adozione delle regole stringenti della peer review, la valutazione tra pari, per tutti i fondi stanziati per la ricerca". Si conclude cosi' la lettera che il senatore Ignazio Marino ha scritto alla rivista scientifica internazionale Science, denunciando l'eliminazione del meccanismo della peer review nell'assegnazione del 10% dei fondi pubblici per la ricerca ai giovani ricercatori under 40. "I ricercatori italiani si lamentano da sempre della mancanza di fondi pubblici per la ricerca - scrive Marino - con la finanziaria del 2007 in Italia era stato attuato un, seppur parziale, cambiamento: 81 milioni di euro, furono destinati ai ricercatori under 40 con un meccanismo trasparente e meritocratico. Certo, si trattava solo del 10% dei fondi pubblici per la ricerca ma era un primo passo fondamentale nella direzione della meritocrazia. Di recente, però, inspiegabilmente, il decreto semplificazione e sviluppo ha cancellato gli articoli della legge che aveva introdotto la peer review in Italia. Il ministro Profumo ha promesso una legge ad hoc entro un mese, ma ancora non ne abbiamo notizia".
(Fonte: AGENPARL 04-05-2012)
La protesta del senatore Marino ha origine nella presunta abolizione del sistema «peer review» per giudicare i progetti «Firb» per giovani ricercatori. Ma ha il ministro veramente abolito la «peer review»? No. Nel bando «Futuro in ricerca», articolo 7, comma 5, è scritto: «Ogni università o ente di ricerca deve avvalersi dell'opera di revisori anonimi, anche stranieri..., secondo il criterio della "peer review"». Da dove nasce allora la protesta di Marino? La protesta nasce non dall'abolizione della «peer review», ma perché è stata abolita una curiosa «peer review» in cui "peers" non sono gli studiosi più competenti nel rispettivo campo di ricerca, ma coloro che hanno circa la stessa età dei concorrenti. I valutatori non devono avere più 40 anni. In altre parole il bando «Firb» imposto da Marino ai tempi del governo Prodi aboliva il merito nella selezione delle commissioni giudicatrici del «Firb» per sostituirlo con un demagogico criterio di età. Profumo ha eliminato la stortura. Il senatore Marino dovrebbe indicare, poi, in quale parte di mondo, invece del merito nelle selezioni scientifiche, si considera l'età. Ovviamente non conosco tutti i sistemi «peer review», ma, per quanto ne so, nei Paesi più civili l'età non si mette neanche nei «curricula»: «Age discrimination» è considerato un atto incivile come la «gender discrimination».
(Fonte: G. Rizzolatti, La Stampa 09-05-2012)