CORSI DI LAUREA SOLO IN INGLESE DAL 2014 AL POLITECNICO DI MILANO Stampa

Dal 2014 al Politecnico di Milano i corsi per gli studenti dell'ultimo biennio della laurea specialistica e dei dottorati saranno tenuti esclusivamente in inglese. Niente più «doppio binario», corsi in italiano (finora i due terzi) e in inglese (la parte restante). Ma solo nella «lingua tecnica base». La strada era già tracciata da tempo. I corsi in inglese sono stati introdotti al Politecnico milanese negli anni, portando la percentuale degli studenti stranieri sul totale degli iscritti dall'1,9% del 2004 al 17,8 del 2011. Per sostenere la rivoluzione l'Ateneo investirà 3,2 milioni di euro, destinati soprattutto ad attirare docenti stranieri.
La via che porta all'internazionalizzazione è stata imboccata prima dalle università private: dalla Bocconi alla Luiss. Poi da quelle pubbliche: da Torino (dove sono state tolte le tasse a chi segue corsi in inglese) a Roma (dove in inglese sono tenuti corsi anche a Medicina). Ma il Politecnico di Milano è il primo a bandire l'italiano in favore dell'inglese.
La competenza linguistica rappresenta oggi uno dei più alti volani di libertà per la mobilità globale e per la mobilità sociale. Solo ciò varrebbe a sposare l'idea. Ritenere che svolgere i due anni finali di un corso di laurea in inglese mini le basi della lingua italiana mi pare, con buona pace delle critiche dei linguisti, darne una lettura avulsa dal contesto e sopravvalutarne le potenzialità. Non per nulla nessuna critica di queste scelte è mai venuta dalle famiglie, probabilmente le uniche ad avere chiaro che ogni possibilità aggiuntiva data ai figli è un valore. I corsi in lingua inglese da decenni rappresentano in tutto il mondo uno dei modi in cui le grandi o medie città si sono sprovincializzate, sono entrate nei percorsi di mobilità virtuosa di giovani in cerca di formazione e ricerca di qualità.
(Fonte: Corsera 13-04-2012)