ESAMI VENDUTI: REATO PRESCRITTO, PROVE VALIDE Stampa
Sarebbe stato un processo esemplare contro chi ha cercato di truffare l’Università corrompendo i professori e gli assistenti per ottenere una laurea facile. Ma dopo nove anni trascorsi tra indagini e dibattimento ieri l’ottava sezione del Tribunale ha dichiarato la prescrizione per i 27 imputati tra studenti, assistenti universitari, professori e personale amministrativo della facoltà di Giurisprudenza de La Sapienza. Una decisione che arriva dopo un tempo infinito, dal luglio del 2003, quando sono scattate le manette dopo che la magistratura ha accertato che c’era un giro di esami in cambio di mazzette. Denaro per pagare prove considerate molto dure: Diritto privato, Diritto civile, procedura Penale. Quattro anni di indagini e cinque di dibattimento sono stati troppi per far ottenere giustizia a chi, quegli esami, li ha superati onestamente. E non è tutto, perché lo schiaffo finale arriva sulla base di una decisione della Cassazione: rimarranno, infatti, valide tutte le prove sostenute dagli studenti accusati di aver pagato mazzette fino a 2000 euro. I supremi giudici hanno già chiarito che gli esami universitari sono da considerarsi falsi solo in presenza di una condanna. E pertanto non saranno cancellati i buoni voti ottenuti con il sospetto di aver elargito mazzette a piene mani. Il sistema della compravendita avrebbe previsto il pagamento di cifre oscillanti tra 1.500 e 3.000 euro, prezzi che variavano a seconda della difficoltà dell’esame da superare. Gli inquirenti avrebbero accertato che gli esami truccati sarebbero stati ventisette, anche se gli imputati si sono sempre dichiarati innocenti.
(Fonte: G. De Santis, Il Messaggero 14-04-2012)