COMITATO NAZIONALE DEI GARANTI PER LA RICERCA (CNGR). FIRMATO IL DECRETO DI NOMINA Stampa

Il Ministro Profumo ha firmato, in data 27-04-12,  il decreto di nomina dei sette membri del Comitato nazionale dei garanti per la ricerca (CNGR), l’organismo deputato a coordinare tutte le procedure di valutazione e selezione dei progetti di ricerca presentati dalla comunità scientifica, in risposta a specifici bandi relativi a programmi di finanziamento dello stesso MIUR e del Ministero della Salute (tra i quali il PRIN e il FIRB).
I 7 nominati nel Comitato sono: Angelos Chaniotis, greco, e storico dell’antichità  che insegna a Princeton, Anna Maria Colao, endocrinologa, dell’università di Napoli, Daniela Cocchi, statistica, dell’università di Bologna, Alberto Sangiovanni Vincentelli, professore di Ingegneria elettrotecnica a Berkeley, Francesco Sette, fisico, direttore generale dell’European Synchrotron Radiation Facility di Grenoble, Vincenzo Barone, chimico, della Scuola Normale Superiore di Pisa, Claudio Franchini, ordinario di diritto amministrativo all’università di Tor Vergata. Il Comitato di Selezione, che ha scelto i sette garanti, era formato da cinque personalità di alta qualificazione segnalate dalle varie Autorità definite dalla legge: i proff. Elio Franzini, designato dal Presidente dell’ANVUR, Ian Leslie, designato dal Presidente dell’European Science Foundation, Luigi Notarangelo, designato dal Vice Presidente del Comitato di esperti per la politica della ricerca (CEPR), Anna Tramontano, designata dal Presidente dell’European Research Council, e Alessandro Schiesaro, designato dal Ministro stesso (nominato coordinatore del Comitato). In realtà risultano firmati due decreti ministeriali relativi all’istituzione del Comitato, il D.M. dell’8/11/2011, n. 10259 (evidentemente firmato dal precedente Ministro, Mariastella Gelmini), e il D.M. 26/1/2012, n. 1464, nessuno dei quali consultabili pubblicamente.

Il ministro dell' Istruzione ha dato così il via libera (con un decreto che andrà ora alla Corte dei Conti) al primo comitato nazionale dei garanti per la ricerca. Con qualche decennio di ritardo rispetto all'Europa. «Sull' Europa abbiamo molto da recuperare», dice il ministro spiega: «Basti questo dato: nel settimo programma quadro (in corso) il contributo del nostro paese in Europa è del 14,5%. A fronte di questo la quota che le nostre aziende, le università e gli enti di ricerca riportano indietro è dell' 8,5%. Ovvero con una perdita secca di 500 milioni ogni anno. Abbiamo avuto difficoltà proprio nei sistemi di valutazione, ma anche nei team, nei laboratori. Adesso abbiamo possibilità di attivare una palestra italiana per allinearci all'Europa. L' obiettivo è arrivare preparati alla partenza di Horizon 2020, l'ottavo programma quadro, nella primavera del 2014: prevede 80 miliardi europei. I nostri investimenti per enti di ricerca saranno 1,7 miliardi l' anno. Se non cambiamo da subito le nostre modalità rischiamo di perdere 8-900 milioni l'anno».
(Fonte: A. Arachi, Corsera 28-04-2012; cronaca.anvur.it 28-04-2012)