ABILITAZIONI SCIENTIFICHE. IL PUNTO IN UN’INTERVISTA AL PRESIDENTE DEL CUN Stampa

A che punto siamo, ora, con le abilitazioni?
Dopo quasi cinque anni di blocco, ci si domanda come si possa sperare che  un universitario, giovane o meno, possa avere ancora la forza di investire sul proprio futuro. L’unica spiegazione  potrebbe essere la passione quasi maniacale per la ricerca scientifica e per la formazione che molti di noi hanno. Proprio per questo motivo il CUN, dal 2008 in poi, ha molte volte sollecitato il governo e il parlamento a provvedere: è sufficiente considerare le mozioni e i tanti pareri approvati da allora.  Quanto alle  nuove procedure per le abilitazioni nazionali, i rilievi espressi nel nostro parere avevano riguardo principalmente al “come” si dava attuazione alle indicazioni della legge, preoccupati dalla dubbia legittimità di taluni profili che, per noi, significava attenzione alla tenuta delle procedure di abilitazione, da sempre esposte ad elevati rischi di contenzioso. Stando a quanto si legge nel primo parere interlocutorio del Consiglio di Stato, sembra che proprio per superare i nostri rilievi, il governo abbia proceduto a una nuova formulazione del decreto che, peraltro, il CUN non ha avuto mai modo di vedere. Abbiamo saputo dal Ministro che è attualmente alla Corte dei Conti e che entro il mese di aprile si può ritenere arrivi in Gazzetta. A questo punto possiamo sperare che le procedure abbiano inizio prima dell’estate ma, ragionevolmente, fra la costituzione delle commissioni e il recepimento delle domande dei candidati immagino che la reale attivazione delle valutazioni inizierà in autunno. Se così è avremo i primi abilitati nel 2013.

Ed entrando specificamente nel merito dei criteri per le abilitazioni?
Nel  merito, non si può nascondere qualche preoccupazione. I criteri e i parametri indicati nella prima versione del decreto, la sola, ripeto, che il CUN  abbia  avuto modo di vedere, erano e sono criteri discussi, soprattutto non consolidati e a rischio di produrre effetti distorsivi. Teniamo presente, tra l’altro, che stiamo parlando di valutazioni di singoli studiosi. Certo, non posso non ricordare che il  CUN, all’indomani dell’entrata in vigore della l. n. 240, aveva riavviata, annunciandolo con apposita mozione, la consultazione, già svolta nel 2008, di tutte le comunità scientifiche per elaborare nuovi criteri e parametri riconosciuti dalle comunità e nei quali esse si riconoscessero. Su quella base, dopo la sintesi e le riflessioni svolte in ambito CUN,  furono elaborate delle schede, alcune delle quali tradotte in articolato, in cui si proponevano criteri e parametri per le abilitazioni per  ogni area disciplinare, come chiede la lettera della legge. Per molti aspetti, come risultò anche da alcune simulazioni effettuate, quei criteri risultavano addirittura più restrittivi di quelli proposti nel primo schema di decreto, ma non se ne volle tenere conto.

Dal suo osservatorio, quali spazi ritiene vi siano per il reale reclutamento dei futuri abilitati?
Il Ministro, nel suo ultimo intervento al CUN, ha garantito che verrà rispettata la cadenza annuale. Mi auguro che sia le comunità sia le commissioni sia i candidati non vivano la prima tornata di abilitazioni come un’‘ultima spiaggia’, che vi sia una gradualità legata alla valutazione qualitativa, ma anche una percezione adeguata di quella che ricordo essere un’abilitazione, cui deve seguire il concorso per l’immissione in ruolo.
(Fonte: Intervista a ROARS del presidente del CUN,  http://www.roars.it/online/?p=6344 26-03-2012)