VQR. IL LIMITE INFERIORE DELL’ACCETTABILITÀ SCIENTIFICA Stampa
E’ in corso sull’imminente Valutazione della Qualità della Ricerca in Italia (VQR 2004-2010) un intenso dibattito, in cui non mancano prese di posizione fortemente critiche, sia sui suoi principi ispiratori sia sulle sue modalità applicative. Ma non sembra vi sia stata discussione sulle percentuali fissate dal ministero come soglie per identificare le diverse classi di merito dei prodotti, e in particolare sulla soglia che individua il limite inferiore dell’accettabilità scientifica. Come è noto, la valutazione si tradurrà nell’attribuzione a ciascun prodotto di una delle quattro fasce di merito – A (eccellente), B (buono), C (accettabile), D (limitato) – con conseguente assegnazione dei pesi 1, 0.8, 0.5, e 0. Il Decreto Ministeriale e il successivo Bando VQR danno inoltre precise definizioni quantitative per l’identificazione delle classi di merito: la classe A dei prodotti eccellenti sarà riservata ai prodotti che si situano nel top 20% della classifica di qualità condivisa dalla comunità scientifica internazionale; la classe B conterrà i prodotti che si situano nel segmento 60-80%; la classe C nel segmento 50-60%; la classe D, infine, trascurando il problema della classe E qui non rilevante, prodotti situati nel 50% inferiore della classifica scientifica internazionale. Il ministero ha in sostanza individuato una sorta di formula magica – 50, 10, 20, 20 – il cui significato statistico può così riassumersi: “Un articolo scelto a caso in un insieme omogeneo di tutti gli articoli pubblicati nel mondo ha una probabilità di essere classificato come eccellente, buono, accettabile, limitato pari a 0,2, 0,2, 0,1, 0,5, rispettivamente”. Leggendo e rileggendo in questi giorni la sequenza di numeri, due aspetti hanno continuato ad apparirmi anomali: la percentuale esigua (10%) dei prodotti potenzialmente classificabili come accettabili e la soglia del 50° percentile per poter raggiungere tale classe di merito. Quel 10% posto proprio dove la distribuzione dovrebbe essere più densa, mi aveva addirittura fatto pensare a un errore casuale nella sequenza delle percentuali: immaginavo, infatti, più sensato, prendendo per buone quelle percentuali, che la soglia dell’eccellenza dovesse collocarsi nel 90° percentile, così da formare classi potenziali del 10% di prodotti eccellenti, del 20% di prodotti buoni, del 20% di prodotti accettabili e del 50% di prodotti limitati. Ma soprattutto, ho continuato a guardare con incredulità a quella percentuale del 50% destinata a separare in modo perentorio prodotti ritenuti accettabili – che saranno pesati 0,5 – da quelli ritenuti limitati, destinati ad avere un peso nullo.
(Fonte: T. Maccabelli, http://www.roars.it/online/?p=6386#more-6386 25-03-2012)