INCREMENTARE LE RETTE COME STRUMENTO DEGLI ATENEI PER EVITARE LA PARALISI DEL RECLUTAMENTO Stampa
Nel Dlgs 437 l’esigenza di armonizzare efficienza degli atenei e sostenibilità della spesa è senz’altro condivisibile, ma nel valutare le previsioni contenute nel Dlgs non si può non tener conto del fatto che l’università italiana è già da anni sottoposta a rilevanti riduzioni del finanziamento, che aggravano ulteriormente la distanza del nostro Paese dalla media UE, e a una consistente riduzione del personale docente. Va inoltre precisato che la simulazione riportata nella relazione illustrativa al Dlgs si riferisce al 2010. Altra cosa è prevedere o simulare quale possa essere la situazione che si verrà a creare con la progressiva diminuzione dell’FFO prevista per i prossimi anni. E’ lecito supporre che la stima di un turnover medio (in termini di punti organici) di poco inferiore al 25% sia perfino ottimistica, in assenza di un significativo incremento delle rette universitarie corrisposte dagli studenti: infatti, l’incremento delle rette, secondo il dettato del Dlgs, pare l’unico strumento a disposizione degli atenei per evitare una paralisi del reclutamento che con ogni probabilità porterà alla chiusura di strutture e eventualmente di corsi di laurea per mancanza della numerosità minima. Non stupisce dunque che la CRUI abbia avanzato la richiesta di sopprimere il vincolo previsto dalla normativa vigente che impone di contenere l’importo cumulativo delle rette universitarie entro il 20% di quanto percepito come FFO da ogni singola sede.
(Fonte: ROARS 22-03-2012)