EVOLUZIONE DEL DOTTORATO DI RICERCA IN EUROPA. CONFRONTO CON L’ITALIA Stampa

Dal 1999 al 2010 mentre la legislazione italiana sul dottorato rimaneva ferma, si sono avuti invece diversi interventi a livello europeo conseguenti allo sviluppo del Processo di Bologna finalizzati all’armonizzazione dello spazio europeo dell’educazione superiore. Con la dichiarazione di Berlino del 2003 per la prima volta è stata posta una grande attenzione sul dottorato e sulla formazione, anche attraverso la didattica, dei futuri dottori. Ciò implica una formalizzazione maggiore del terzo ciclo come momento fondante del Processo di Bologna e l’identificazione della ricerca, strettamente legata all’affermarsi della knowledge based society, come parte integrante della formazione superiore. Un documento fondamentale in quest’ottica è costituito dal Doctoral programmes for the European Knowledge Society presentato a Salisburgo nel 2005, in cui si gettano le basi per sviluppare programmi di dottorato comuni nell’area europea. Con il comunicato di Londra del 2007 gli elementi fondanti del Processo di Bologna sono ricollegati alla nuova visione del dottorato; in particolare, in questo documento vi è grande enfasi sul concetto di competenze trasferibili per la collocazione sul mercato del lavoro, che troverebbero la loro possibilità nella strutturazione di programmi interdisciplinari.
Infine nel Comunicato della Conferenza dei Ministri europei per l’istruzione superiore di Leuven e Louvain-la-Neuve del 2009 si ribadisce che l’istruzione superiore a tutti i livelli deve essere basata sulla ricerca più recente, in modo da promuovere nell’intera società innovazione e creatività; che il numero di persone capaci di fare ricerca deve aumentare e che i corsi di Dottorato devono fornire ricerca disciplinare di alta qualità, ma essere anche sempre più aperti ad attività interdisciplinari e intersettoriali. Alle autorità pubbliche e alle istituzioni d’istruzione superiore spetta, inoltre, il compito di rendere più appetibili le prospettive di carriera dei giovani ricercatori. È importante sottolineare che i ministri europei nel 2009 - quando la crisi economica era già esplosa in tutta la sua gravità - continuano a impegnarsi affinché il numero di persone dedicate alla ricerca possa aumentare.
Un confronto con i dottorati europei potrà aiutare a meglio inquadrare la condizione italiana.

Numeri del dottorato in Europa

PAESE 

N° ISCRITTI 

N° DOTTORI

DOTTORI/
LAUREATI

DOTTORI/
POPOLAZIONE

% dottorandi con borsa

GERMANIA

100.000

25.000

-

0.3‰

-

ITALIA

39.000

12.219

15%

0.2‰

60

FRANCIA

65.479

11.000 (2008)

9%

0.16‰

65

UK

100.000

16.900

-

0.27‰

-

Come si evince dalla tabella, il numero di dottori di ricerca in Italia è ben allineato con gli altri paesi: maggiore di quello della Francia e minore dell’Inghilterra. La Germania ha un numero di dottori nettamente più elevato anche in proporzione alla popolazione. Ciò è principalmente dovuto a un sistema che vede la coesistenza di due tipologie di dottorato, uno costituito dai dottorati strutturati in corsi (circa 600 corsi in tutta la Germania) come avviene negli altri paesi europei, l’altro costituito da dottorati individuali erogati in 140 università e numerose altre istituzioni di ricerca. Il numero d’iscritti ai corsi negli altri paesi è sensibilmente più alto che in Italia, anche rapportato al numero di chi ottiene il titolo di dottore di ricerca, perché in questi paesi la durata effettiva del dottorato supera largamente i tre anni.
Questo dato è da considerare un punto di forza dei dottorati italiani che riescono ad assicurare un tempo di conseguimento del titolo di poco superiore alla durata normale del corso. C’è anche da notare che nel 2008 il dottorato francese è stato profondamente riformato in una direzione simile a quella che sta ora seguendo l’Italia, basata su una procedura di accreditamento dei corsi da parte dell’ARES. Ebbene, la crescita di iscritti che aveva caratterizzato il dottorato francese nel periodo 2000-2006, ha visto nel 2008 una brusca decrescita del 4% in corrispondenza dell’introduzione delle nuove regole di accreditamento.

(Fonte: G. Caputo, menodizero.eu 15-03-2012)