CONTABILITÀ ECONOMICO-PATRIMONIALE NEL SISTEMA UNIVERSITARIO. DLGS 18/12 Stampa

Il decreto legislativo 18/2012 che introduce la contabilità economico-patrimoniale e il bilancio unico nel sistema universitario è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 57 dell’8-03-2012. Vent'anni dopo la riforma del sistema di finanziamento degli atenei (che sancì la loro autonomia finanziaria), questo provvedimento può portare un'ulteriore, importante innovazione. Aldilà degli aspetti puramente tecnici, il decreto (che attua una disposizione della legge 240/10: articolo 5, comma 1, lettera b, e 4, lettera a) prevede due cambiamenti radicali, che saranno introdotti entro l’1 gennaio 2014: il passaggio dalla contabilità finanziaria di tipo pubblico a una economico-patrimoniale (Cep) di tipo civilistico e l'adozione del bilancio unico in luogo dei molteplici bilanci autonomi dei dipartimenti e degli altri centri autonomi. Il vantaggio di tale tipologia di contabilità è che è in linea con quella adottata negli ultimi anni in più ambiti del comparto pubblico di diversi Paesi europei, sotto la spinta del New public management. Si può così valutare l'impatto economico e patrimoniale degli eventi gestionali in un'ottica pluriennale e non solo nell'anno corrente (come avviene oggi).
Regole contabili e schemi di bilancio comuni faciliteranno la comparazione tra proventi e costi delle diverse università, migliorando nettamente la trasparenza del sistema. Il più significativo cambiamento, comunque, è legato all'adozione del bilancio unico. Oggi, il bilancio di un ateneo è il risultato di una sommatoria di bilanci, tra loro indipendenti, realizzati dai singoli dipartimenti. Le conseguenze di tale frammentazione sono diverse: dall'ingovernabilità della gestione contabile (che si articola in numerose procedure difformi tra loro, secondo le scelte contabili dei dipartimenti) all'impossibilità di monitorare l'insieme dei conti dell'ateneo, se non a esercizio finanziario terminato e dopo lunghe e complicate procedure di consolidamento interno. Ma, soprattutto, il processo di programmazione è oggi frammentato. E, in ogni caso, non gestito dalla amministrazione di ciascun ateneo. Il passaggio a un bilancio unico d'ateneo è destinato a modificare questa situazione. Infatti, pur salvaguardando l'autonomia dei dipartimenti (condizione indispensabile per il buon funzionamento delle organizzazioni universitarie), il processo di programmazione sarà governato complessivamente. D'ora in poi, l'autonomia degli atenei resterà solo sulle scelte gestionali.
Le strategie dell'ateneo saranno definite unitariamente e ogni dipartimento riceverà un budget delle risorse pubbliche che potrà gestire con ampi margini di autonomia insieme alle risorse derivanti dalla propria capacita di autofinanziamento. In questo modo, 1731rii e i consigli di amministrazione potranno assicurare una gestione unitaria e trasparente di tutte le risorse economiche, finanziarie e patrimoniali che sono a disposizione della propria organizzazione.
(Fonte: T. Agasisti e G. Catalano, IlSole24Ore 09-03-2012)