RIFORMA GELMINI Stampa
Il neo ministro Francesco Profumo, a proposito dell’attuazione della riforma Gelmini, ha dichiarato che «quando si inizia un lavoro è indispensabile far funzionare quel che c'è. La riforma ha aspetti positivi e altri meno, ma questo Paese non può campare in eterno con rivoluzioni e fasi transitorie». La legge 240 introduce numerose e importanti novità. Dal punto di vista istituzionale razionalizza il sistema di governo delle Università: abolisce il bicameralismo perfetto esistente tra Senato accademico e Consiglio di Amministrazione (Cda), assegnando a quest’ultimo un golden share; introduce nel Cda una quota di membri esterni; rafforza il ruolo del Rettore; cancella le Facoltà e assegna le competenze didattiche ai Dipartimenti, finora responsabili della sola ricerca. Dalla lettura congiunta di queste misure si percepisce il tentativo di ridurre il peso delle corporazioni concentrando il potere al vertice. Un capitolo importante è dedicato alla valorizzazione del merito: è previsto un nuovo Fondo destinato a premiare il merito degli studenti, mentre una quota crescente di risorse sarà distribuita alle Università in base alla valutazione (attualmente il 10% del Fondo di Finanziamento Ordinario). Sono poi rivisti i meccanismi di reclutamento dei docenti: è reintrodotta l’abilitazione nazionale e creata la figura del ricercatore a tempo determinato con possibilità di promozione a professore associato (c.d. tenure track). (Fonte: E. E. Bernardi, www.ragionpolitica.it 27-02-2012)