COMMENTI DI S. REGASTO SU FQ A TRE DELLE PROPOSTE AL PUNTO 42 DEL DOUMENTO DI ITALIA VIVA SU UNIVERSITÀ E RICERCA Stampa

«Le proposte sono in realtà "celate" da finti interrogativi che nascondono una volontà distruttiva dell'Università pubblica.
Togliere l'Università dal diritto amministrativo? Intuisco voglia significare assecondare la richiesta di molti Rettori di escludere gli Atenei dalla lista delle Amministrazioni pubbliche e rendere inapplicabili tutte le disposizioni (codice degli appalti, selezioni di personale, ecc.) che riguardano il settore pubblico (e non il diritto amministrativo in sé) ... stona che la soluzione ai problemi della corruzione nel mondo accademico passi attraverso la "privatizzazione" e l'esclusione dei responsabili dal novero dei pubblici ufficiali: una sorta di "liberi tutti".
Designazione dei Rettori da parte di un Consiglio di amministrazione? Mutuata dalle Università private, meriterebbe di rimarcare che l'autonomia costituzionale degli Atenei passa, simbolicamente, per il diritto a darsi non solo ordinamenti autonomi (gli Statuti), ma anche per la capacità di autogoverno (che si traduce nella possibilità di elezione dei propri organi).
Abolizione del valore legale del titolo di studio? Ne conseguirebbe un inasprimento della competizione fra Atenei con la conseguenza che vedrebbe le Università delle zone più ricche del Paese eccellere (per la disponibilità di fondi privati e di commesse del tessuto produttivo locale) e quelle del Sud svuotarsi o trasformarsi in "esamifici" di dubbia utilità». (F: S. Regasto, FQ 30.01.21)