ACCORDO UNIVERSITÀ-REGIONI. PIÙ INTEGRAZIONE TRA FACOLTÀ DI MEDICINA E SISTEMA SANITARIO Stampa

Per “imprimere una nuova spinta alla valorizzazione del capitale umano e dei giovani per rilanciare sviluppo e crescita”, l’accordo siglato dal Crui e dalle Regioni sancisce una più stretta collaborazione tra Università e sistemi sanitari regionali in ambito assistenziale e di ricerca sanitaria. Il presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (Crui), Marco Mancini, e il presidente della Conferenza delle Regioni e delle Provincie Autonome, Vasco Errani, hanno firmato un accordo di collaborazione per promuovere azioni coordinate di intervento su temi di comune interesse. Sei gli assi attorno ai quali ruota l’intesa:
1. Relazione tra Sistema Sanitario e Sistema Universitario. In particolare per tutto ciò che concerne: gli effetti della Legge 240/2010 sulla configurazione delle Facoltà di Medicina; l’applicazione dell’art.8 della legge 517/99, riguardante l’intesa Regioni-Università ai fini delle specificità assistenziali delle Università; le Aziende Integrate nel contesto della ricerca sanitaria e dell’educazione medica continua.
2. Diritto allo studio. In particolare per tutto ciò che concerne: azioni congiunte di sensibilizzazione e coinvolgimento di soggetti finanziatori privati a integrazione delle risorse a disposizione degli Enti regionali; le politiche di orientamento degli studenti universitari (in special modo quello in uscita: stage anche internazionali e azioni a sostegno dell’occupabilità); l’attrattività dei sistemi universitari e dei territori. Una delle prime azioni in questa direzione sarà un accordo CRUI-Regioni che faciliti l’ingresso di giovani tirocinanti universitari nelle strutture delle Regioni che ne facciano richiesta.
3. Horizon 2020. In particolare per tutto ciò che concerne iniziative congiunte in vista di un’azione sinergica verso gli obiettivi dei programmi europei Horizon 2020, facilitate dalle attività di supporto e di interrelazione con i sistemi produttivi che le Regioni possono predisporre.
4. Sviluppo del capitale umano. In particolare per tutto ciò che concerne: la valorizzazione del  Dottorato di ricerca; il placement e l’alto apprendistato; l’interconnessione con il sistema produttivo; la sinergia fra uffici placement di Regioni e Università per favorire l’occupabilità dei laureati.
5. Sviluppo del territorio. In particolare per tutto ciò che concerne: l'attrattività del territorio (mappatura infrastrutture di ricerca e azioni per l'accoglienza dei ricercatori stranieri); collaborazioni con altri soggetti del territorio su trasferimento tecnologico, formazione per la proprietà intellettuale e relazioni con l'industria.
6. Istruzione Tecnica Superiore (ITS). In particolare per tutto ciò che concerne: la definizione di un sistema italiano di alta formazione che faccia riferimento a quello europeo; il trasferimento di conoscenze di alto livello nella formazione post-secondaria creando un raccordo tra ITS e lauree di primo livello; la diffusione sul territorio delle potenzialità del sistema della formazione post-secondaria integrata; azioni di accompagnamento al sistema ITS (monitoraggio e valutazione delle attività, formazione dei formatori, organizzazione di seminari tematici di approfondimento).
(Fonte: www.quotidianosanita.it 23-02-2012)