NEGLI ATENEI ITALIANI CRESCE IL NUMERO DEGLI STUDENTI CINESI Stampa

Nuovo fortissimo incremento delle iscrizioni di studenti cinesi nelle università italiane per l'anno accademico 2011-2012, in linea con il trend di questi ultimi anni, attraverso i programmi Marco Polo e Turandot.  Lo fa presente una nota della Farnesina. Il programma Marco Polo prevede un semestre di studio dell'italiano nelle università per stranieri o in scuole di lingua e il successivo accesso ai vari corsi universitari dopo certificazione della conoscenza linguistica, mentre il programma Turandot è dedicato agli studenti che vogliono accedere alle scuole di alta formazione artistica e musicale (AFAM). Le università italiane riservano ogni anno accademico una quota di posti agli studenti cinesi. Le iscrizioni hanno raggiunto la cifra record di 2489 studenti con un incremento del 46% rispetto all'anno precedente. A questi studenti vanno aggiunti quelli del contingente estivo, ossia del gruppo di studenti che già conoscono l'italiano, le cui iscrizioni invece chiuderanno a fine giugno. Secondo i dati dell'anno precedente le iscrizioni per il contingente estivo potrebbero essere circa 1500-2000, che porterebbero il totale per l'anno accademico 2011-2012 a oltre 4000 studenti. Il maggior numero di iscrizioni si è registrato nella circoscrizione consolare di Pechino (1569) con un aumento del 46% rispetto all'anno precedente, seguita da Shanghai (689, +51%) e Canton (231, +94%). La sede universitaria principale è l'Università di Bologna, seguita dal Politecnico di Milano, l'Università di Firenze, l'Università Milano Bicocca e il Politecnico di Torino. Tra le destinazioni AFAM la più ambita è l'Accademia delle Belle Arti di Roma, seguita dall'Accademia delle Belle Arti di Brera, e l'Accademia delle Belle Arti di Firenze. «L'apertura delle università italiane agli studenti stranieri - dichiara il ministro Profumo - deve essere un 'progetto Paese' che coinvolge molti attori, dall’università all’impresa, e si attua su piani diversi: non bisogna pensare nella solita chiave solo normativa, anche perché, negli anni, di regole e regolette ne abbiamo scritte fin troppe». «Il problema - spiega Profumo - è quello di aumentare la presenza nelle nostre università di studenti che provengano dai grandi Paesi non solo europei. L’obiettivo, però, non è solo statistico: parlo di progetto Paese perché studenti cresciuti in contesti più internazionali sono importanti per le imprese sotto un duplice profilo: i laureati stranieri che possono arrivare all`impresa dopo aver già assorbito la cultura italiana, e quelli italiani già abituati a un contesto internazionale. Uno sviluppo di questo tipo serve a tutti».
(Fonte: www.italiannetwork.it 21-02-2012: La Stampa 21-02-2012)