PARLA LA NUOVA MINISTRA DEL MUR INTERVISTATA DAL CORSERA Stampa

Spero che in cinque anni il numero di laureati possa crescere dall'attuale 27,6% (tra i giovani fino a 34 anni) almeno fino al 35%. Tra percorsi universitari più adeguati al futuro investiremo nelle lauree interdisciplinari, senza percorsi rigidi ma che mischino le diverse materie dei dipartimenti perché oggi le sfide che abbiamo davanti richiedono competenze in più discipline. Sono già al lavoro anche per creare corsi di laurea innovativi e legati al mondo produttivo. Stiamo studiando un piano per gli Its ma immagino anche lauree innovative (percorsi accademici veri e propri, triennali, legati anche alla ricerca) che siano collegate al mondo produttivo, per l'ingegneria e anche per il turismo. Per aumentare gli studenti bisognerà aumentare i docenti. Un solo dato: in Gran Bretagna il rapporto professori studenti è 1/12, da noi 1/35. Servirebbero almeno 50 mila nuovi ricercatori. Scontiamo anni di sottofinanziamento, discontinuità dei progetti e disorganizzazione. Una prima soluzione a portata di mano è quella di favorire la mobilità dei ricercatori tra Università. Enti di ricerca e privati. Questo potrebbe rendere più attivo e competitivo l'intero sistema: questo vuol dire adeguare gli stipendi e le carriere, ma anche sburocratizzare, far circolare i ricercatori, rendere tutto più trasparente. Per i corsi di laurea in Medicina i posti saranno 13.500 come lo scorso anno. Il problema al momento sono le specializzazioni: ancora oggi abbiamo quasi 400 posti liberi perché ci sono alcune specialità molto importanti, come anestesia e igiene, per le quali non ci sono candidati. (F: da intervista a Cristina Messa, nuova ministra del MUR, di G. Fregonara, CorSera 25.02.21)