LE IMMATRICOLAZIONI ALL’UNIVERSITÀ SALGONO PER IL SESTO ANNO CONSECUTIVO Stampa

Le immatricolazioni all'università italiana salgono per il sesto anno consecutivo. E salgono in una stagione, l'Anno accademico 2020-2021, difficile per ragioni cliniche e l'impoverimento che ne è derivato. Contro le paure, e alcune proiezioni estive che vaticinavano una caduta del 20 per cento, gli iscritti al primo anno dei corsi di laurea triennali e a ciclo unico – registrati il primo novembre scorso - sono stati 373.261. Sono 24.635 matricole in più di un anno fa, con una crescita del 7,6 per cento: le serie storiche offerte dal ministero dell'Università e della ricerca dicono che siamo tornati ai livelli di inizio millennio. L'incremento maggiore avviene al Sud, con ottomila nuovi studenti. La crescita è lievemente superiore allo stesso Settentrione. Le regioni che vedono l'aumento più consistente sono l'Umbria (+22 per cento) e la Sicilia (+18,8 per cento). La lettura della crescita sorprendente è questa. Una letteratura della bontà economica dell'investimento universitario, consolidata dagli studi AlmaLaurea, è ormai patrimonio acquisito della parte più consapevole delle famiglie italiane. Non è un caso che la crescita delle matricole sia tale dalla fine della crisi 2008-2014 ad oggi (nella stagione 2013-2014 si era toccato il pavimento storico di 252.000 iscritti al primo anno). Poi c'è stato l'impegno del ministero, che con 1,4 miliardi di in decreto Rilancio ha elevato la "no tax area" riducendo o annullando le tasse universitarie alla metà del corpo studenti e ha aumentato le borse di studio per 300 milioni totali. (F: C. Zunino, La Repubblica 22.11.20)