RICERCATORI. BANDI DA RICERCATORE A TEMPO DETERMINATO. TEMI DI RICERCA? Stampa
Il MIUR ha creato una nuova pagina (link) per la pubblicazione, in italiano e in inglese, dei bandi da ricercatore a tempo determinato emanati dalle università e dagli enti di ricerca. Spulciando fra gli avvisi è possibile, ad esempio, osservare come il tenure track decantato dai sostenitori della riforma sia pressoché scomparso dal panorama accademico (link). Un altro aspetto interessante che balza immediatamente agli occhi è la presenza di un campo “titolo”, che a volte riporta semplicemente e correttamente la dicitura “Selezione pubblica per ricercatore a tempo determinato”, mentre nella maggior parte dei casi specifica addirittura un tema di ricerca. L’articolo 24, comma 1, della legge 240 afferma che il contratto con il ricercatore stabilisce le modalità dello svolgimento dell’attività didattica e di ricerca. Evidentemente qualcuno ha pensato di sfruttare questa previsione non per definire il modo in cui i destinatari dei contratti saranno tenuti a operare all’interno delle strutture dell’ateneo, ma per legare i singoli posti allo svolgimento di un “progetto di ricerca”, che si trasforma, di fatto, in una sorta di profilo del candidato. Si tratta di una scelta almeno discutibile, visto che più avanti la stessa legge 240 afferma che i bandi di questo tipo devono contenere unicamente la “specificazione del settore concorsuale e di un eventuale profilo esclusivamente tramite indicazione di uno o più settori scientifico-disciplinari”. Esistono argomentazioni pro e contro l’opportunità di inserire profili dettagliati nei bandi. I favorevoli tendenzialmente si appellano alla necessità di assumere persone in grado di soddisfare le esigenze didattiche e di ricerca specifiche dell’ateneo e alla circostanza che i profili sono un’abitudine ampiamente consolidata in altri paesi. I contrari vedono in questa prassi un ostacolo all’introduzione di nuove tematiche di ricerca nei dipartimenti e soprattutto uno stratagemma per ritagliare il bando attorno al curriculum del futuro vincitore (in effetti, molti bandi sono talmente dettagliati da suscitare più di un sospetto, tanto più che la Carta Europea dei Ricercatori, il cui rispetto è esplicitamente richiesto dalla legge 240, afferma che “gli annunci non dovrebbero richiedere competenze così specifiche da scoraggiare i potenziali candidati”).
(Fonte: L. Schiaffino, http://www.roars.it/online/?p=3508 31-01-2012)