USA. CLASSIFICAZIONI E VALUTAZIONI DELLE UNIVERSITÀ Stampa

Vale la pena riflettere su quanto avviene nel paese che sempre è portato ad esempio di “eccellenza”, sia nella ricerca sia nella didattica, cioè gli Stati Uniti. Cominciamo con lo osservare che non esiste qui un ente centrale e unitario, alle dipendenze del governo, che si occupa di tale settore. I ranking e le valutazioni negli Stati Uniti sono effettuate da numerose organizzazioni. Su Wikipedia ne sono catalogate 9 come principali: American Council of Trustees and Alumni Rankings (ACTA), Faculty Scholarly Productivity Index (FSPI), Forbes College rankings (FCR), The Top American Research Universities rankings (TARU), TrendTopper MediaBuzz College Guide (TMCG), U.S. News & World Report College and University rankings (USNWRCU), United States National Research Council Rankings (USNRCR), Washington Monthly College rankings (WMC), Revealed preference rankings (RPR). Ognuno di questi non solo misura aspetti diversi delle università, ma utilizza metodologie del tutto eterogenee e in gran parte adeguate allo scopo che si prefiggono. Così si va dalla valutazione di parametri oggettivi come il tipo di titoli rilasciati, i curricula seguiti e la loro “forza”; il fatto di impartire certe discipline chiave, i finanziamenti, le percentuali di laureati, la reputazione conseguita presso un pubblico selezionato, ma anche pubblicazioni, citazioni, capacità di attrarre finanziamenti e così via. In sintesi alcuni elementi emergono con chiarezza:
- Non esiste negli USA un sistema nazionale di valutazione della qualità scientifica delle università.
- Esiste un sistema di accreditamento volontario su base regionale che rispetta solo alcuni standard definiti dal DOE e dal CHEA: è in base al rispetto di questi standard che il governo federale ammette le università ai propri finanziamenti (per lo più riguardanti la ricerca).
- Esiste poi una classificazione delle università in 33 tipologie, in base a parametri oggettivi (dimensioni, finalità ecc.), effettuata dalla Carnegie Foundation.
- I finanziamenti delle università e della ricerca (che per circa il 67% sono federali e statali) non dipendono per nulla dalle valutazioni qualitative effettuate dalle varie organizzazioni che abbiamo prima menzionato, le quali servono solo per dare un orientamento agli studenti e di conseguenza anche ai finanziatori privati e in un certo quale modo a dare un peso sul mercato delle professioni e degli impieghi alla laurea conseguita. A tal fine si fa notare che ciò avviene in presenza del valore legale del titolo di studio, il quale è richiesto, con la specifica dei crediti acquisiti nelle singole discipline, da ogni amministrazione pubblica.
- Solo uno dei tanti enti organizzatori, il FSPI, effettua comparazioni sulla qualità della ricerca e non basandosi solo su dati bibliometrici, che comprende solo 375 università sulle 4.635 università e college classificati dalla Carnegie Foundation.
(Fonte: F. Coniglione, www.roars.it/online 14-02-2012)