DOCENTI A COSTO ZERO Stampa
Nel decreto semplificazioni l'articolo 23, comma 1, sui contratti per "esperti di alta qualificazione", reintroduce la possibilità per le università di stipulare contratti d’insegnamento a "titolo gratuito o oneroso di importo coerente con i parametri stabiliti". Si tratta degli stessi contratti della durata di un anno, rinnovabili fino a un massimo di cinque, previsti dalla riforma Gelmini e destinati a "esperti" in possesso di un significativo curriculum scientifico o professionale. Rispetto alla precedente formulazione, contenuta nella legge 240/2010, spariscono però una serie di indicazioni vincolanti che erano utili al fine di "contenere" il ricorso sistematico alle docenze a contratto, gratuite o sottopagate. Nel nuovo testo, infatti, è stato rimosso il vincolo di destinare i contratti d'insegnamento, gratuito o oneroso, a esperti che siano dipendenti da altre amministrazioni, enti o imprese, ovvero titolari di pensione, ovvero lavoratori autonomi in possesso di un reddito annuo non inferiore a 40 mila euro lordi così come quello di stipulare i contratti d'insegnamento gratuito esclusivamente con soggetti in possesso di un reddito da lavoro autonomo o dipendente. Il contratto di docenza è stato e continua a essere, infatti, uno strumento molto diffuso in tutti gli atenei italiani poiché il suo uso ha reso possibile garantire l'offerta formativa – e dunque il numero degli studenti iscritti ai corsi di laurea - in una fase di sostanziale blocco del finanziamento statale e del reclutamento di nuovi docenti e ricercatori. Con poche risorse, con pochi docenti di ruolo si è riusciti a far fronte alle esigenze didattiche ricorrendo sistematicamente all'insegnamento gratuito o simbolicamente retribuito anche € 1,00. Si sancisce, dunque, il ritorno all'uso incondizionato dei contratti di docenza anche non retribuiti per tutti, "esperti con reddito" e "esperti senza reddito", perché il Governo ha preso atto dell'impossibilità di far funzionare i corsi universitari altrimenti. Il contratto di docenza, infatti, negli ultimi anni era stato uno strumento diffuso in moltissimi atenei italiani che, in assenza di docenti di ruolo, ricorrevano a questa modalità per cercare di garantire comunque l'offerta formativa. Non sono noti con esattezza i numeri di questi contrattisti ma si sa che, nelle università italiane, i volontari in cattedra sono sempre di più. (Fonte: FlcCgil 13-02-2012. ItaliaOggi 14-02-2012)