PROGRAMMA D’INVESTIMENTI NEXT GENERATION EU Stampa

La notizia del Nobel per la chimica assegnato a Emmanuelle Charpentier e Jennifer Doudna per aver sviluppato il metodo di «taglia e cuci» di precisione del Dna (Crispr/Cas9) ci ricorda come le scoperte più dirompenti, in grado di aprire inaspettati avanzamenti conoscitivi e, di conseguenza, tecnologici ed economici, sono spesso frutto di studi negli ambiti di ricerca più inaspettati.
Il metodo premiato dal Nobel, che ha rivoluzionato l'ingegneria genetica, infatti, è arrivato dopo decenni di ricerca di base. E questa la grandezza della ricerca di base: è libera, nasce da un'idea mai pensata prima, spesso basata su una osservazione inattesa, che cresce insieme alla passione, fino a immaginare un obiettivo per poi sviluppare la strada per raggiungerlo.
Sul CorSera del 1° ottobre autorevoli studiosi italiani, con una lettera aperta al presidente del Consiglio, hanno rappresentato la necessità di utilizzare una parte significativa delle risorse previste dal Piano europeo di ripresa e resilienza per incrementare in maniera sostanziale investimenti in ricerca nel nostro Paese. E' di certo questa la strada da seguire. Molti studi indicano che l'istruzione e la ricerca (tutta la filiera) rappresentano leve oggettive di sviluppo con ritorni anche economici di prima grandezza. Ecco perché l'investimento pubblico e privato in settori strategici è la migliore garanzia di un futuro sostenibile per le nuove generazioni. Sarebbe necessario cogliere al meglio l'opportunità del programma di investimenti Next generation Eu, di cui il Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza (PNRR) è la prima declinazione nazionale, per accelerare la transizione verso un'economia della conoscenza costruita sul talento delle nuove generazioni cui è dedicato, fin dal nome, lo strumento voluto dalla Commissione europea. (F: E. Cattaneo, M. Monti, CorSera 08.10.20)