FAKE NEWS SCIENTIFICHE – CRISI D'IMMAGINE PER LA RICERCA? Stampa

Autore: Claudio Colaiacomo, federalismi.it - ISSN 1826-3534. n. 11/2020. pg. 188-195.
La comunicazione scientifica verso il grande pubblico è stata per lungo tempo una priorità di secondo livello per gran parte degli scienziati e delle istituzioni. Negli ultimi anni lo scenario è radicalmente cambiato. I social media hanno esposto risultati di ricerca, dati e letteratura accademica a un pubblico mai immaginato prima. Questo rappresenta da un lato una grande opportunità per la scienza collaborativa, ma dall'altro l'impennata di fake news e teorie complottiste racconta una storia ben diversa e può persino contribuire al discredito di scienza e scienziati. In questo articolo si prendono in considerazione rischi ed opportunità di un nuovo scenario dove la ricerca non avviene più dietro le porte chiuse del mondo accademico e delle comunità scientifiche ma piuttosto in un'arena accessibile al largo pubblico. La comunicazione scientifica non è più la parte marginale del lavoro di uno scienziato ma diventa un veicolo per rendere i risultati scientifici accessibili al grande pubblico e di conseguenza contribuire a una società più informata e consapevole del valore della ricerca scientifica. (F: Abstract del saggio)
Sommario: 1. Introduzione. 2. Scienza ufficiale e non. 3. Origine della Scholarly Communication e del Peer Review. 4. Bufale scientifiche. 5. La pratica della "retraction" a garanzia di autorevolezza 6. La scienza fuori della comunità scientifica. 7. Conclusioni.