ALL’ORIGINE DELLA BUROCRAZIA E DELLA CASTA DEL POTERE GIUDIZIARIO Stampa

Il terrore della discrezionalità della decisione politica è una costante nella nostra storia, perché si pensa, non senza qualche fondato motivo, che essa si trasformerebbe in una forma di incontrollabile dispotismo dei governanti. Per evitarlo, si è imbrigliata ogni decisione in una rete di
disposizioni legislative che avrebbero dovuto rendere "oggettiva" qualsiasi scelta del potere politico e che avrebbe dato la possibilità di perseguirne tutte le deviazioni ... Il risultato è stato una giungla di norme in cui muoversi diventa difficilissimo, con l'aggiunta che essendo queste state pensate come strumento per valutare "giuridicamente" qualsiasi comportamento si è consegnato un enorme potere di intervento ad ogni tipo di magistratura, civile, penale, amministrativa e contabile ... Il risultato è che, al contrario dell'aurea massima del sistema costituzionale per cui con la divisione "il potere limita il potere", abbiamo creato la follia di un potere che può tenere sotto scacco gli altri. Si è così alimentato un cortocircuito per cui il potere giudiziario è divenuto una casta. Niente affatto quel "potere neutro" che risolve i conflitti che insorgono fra gli altri poteri, secondo la teoria che si fa risalire a Montesquieu, ma un centro di presenza attiva nella lotta politica, almeno nei suoi vertici che si sono attribuiti questo compito. (F: P. Pombeni, mentepolitica 27.05.20)